Prosegue il viaggio nella storia del Premio Ilaria Alpi con le interviste ai vincitori. Oggi Andrea Prada Bianchi della Scuola di Giornalismo La Cattolica di Milano ha intervistato Francesca Ulivi che nel 2011 vince il Premio Ilaria Alpi con Gian Micalessin.
Francesca Ulivi, direttrice di Mtv News e giornalista da oltre vent’anni, ha fatto delle storie comuni la sua specialità. Da 15 anni nel canale dedicato ai giovani per eccellenza, ha partecipato alla realizzazione di programmi (Tutti a casa, Ca’ Volo, Avere ventanni, Storytellers, True life) che raccontano e cercano di capire le nuove generazioni e il loro mondo. Nel 2009 vince lo European Civis Media Prize per il reportage “True life, Lampedusa, porta d’Europa”. Quando, nel 2011, decide di uscire dalla realtà italiana per andare a scoprire i sogni e le speranze dei ragazzi libici durante la primavera araba, è la volta del Premio Ilaria Alpi.
Con quale lavoro hai vinto il Premio?
Con “Speciale MTV NEWS Libia: I ragazzi e la rivoluzione”, fatto con Gian Micalessin premiato come miglior reportage lungo nel 2011. Con “Libia: i ragazzi e la rivoluzione”, Mtv News ha, per la prima volta, oltrepassato i confini nazionali, per raccontare i giovani che vivono a 120 chilometri dalle coste italiane. Chi sono questi ragazzi che si sono ribellati contro il regime di Gheddafi; perchè combattono, cosa li ha spinti alla rivolta; per quali ideali muoiono o mettono la loro vita al servizio della rivoluzione; come vivevano prima di quel 17 febbraio e cosa sperano per il futuro, sono alcuni dei temi affrontati nel reportage vincitore.
Ricevere questo premio ha cambiato la tua vita professionale? Se sì in che termini?
Vincere il Premio Ilaria Alpi è una delle più grandi soddisfazioni per un giornalista italiano. Non posso dire che abbia cambiato la mia personale vita professionale, ma posso affermare con certezza che ha modificato in molti la percezione di MTV come canale generalista e delle MTV NEWS come telegiornale attendibile e serio. Credo anche che il premio abbia riconosciuto al lavoro che facciamo ogni giorno – che, oltre a riportare le notizie, trova nelle storie la sua massima espressione editoriale- una valenza piena. L’informazione e l’attualità passano anche dal racconto senza filtri della quotidianità e a volte della normalità. La motivazione che la giuria ha dato al nostro premio lo dimostra: “Questo lavoro esprime tutto il potenziale del reportage “di lontananza”, vale a dire la capacità di un racconto filmato di rivelare dall’interno, attraverso una coralità di testimonianze “dal basso”, agli occhi del pubblico una realtà altrimenti inaccessibile a causa di una incolmabile distanza geografica ed esperienziale”.
Che valore ha questo Premio nella realtà giornalistica italiana?
Credo sia il principale e più importante premio della realtà televisiva italiana e non solo. Per la persona a cui è intitolato, la serietà della giuria e degli organizzatori, l’elevata qualità dei reportage e servizi selezionati ogni anno.
La figura della Alpi ha influenzato in qualche modo la tua attività professionale, precedente al premio o successiva?
Ilaria Alpi è stata uccisa nel 1994, io avevo 23 anni e avevo da pochi anni iniziato a lavorare come giornalista. Seguivo sul Tg i suoi servizi e reportage dalla Somalia, ne apprezzavo la candida professionalità. La vedevo lontana, come un modello da raggiungere. Il suo assassinio, assieme alla strage di Capaci nel ’92 e gli attentati mafiosi a Milano, Firenze e Roma del ’93, sono stati gli eventi orribili di fronte ai quali mi sono sentita impotente, ho provato una disarmante paura e una profonda rabbia e ho capito che la professione che avevo scelto aveva una valenza sociale importante. In quei tre anni ho maturato la consapevolezza che al racconto e alla spiegazione dei fatti avrei dedicato la mia vita.
Mtv News racconta storie di ragazzi comuni, evitando il sensazionalismo. Com’è nata questa idea?
Fare informazione per il target dei giovani adulti richiede un’attenzione e una cura particolari e delle idee che si smarchino dal panorama informativo generale. I giovani adulti sono abituati a cercare e scegliere l’informazione su internet, si fidano poco di chi filtra o commenta le notizie e hanno la necessità di un avvicinamento empatico alla realtà che li circonda, ne devono sentire l’autenticità. Di qui, nel 2010, sono nati i formati delle MTV NEWS.
Da una parte “le notizie”, solo le principali di ogni giorno, riportate in maniera scarna, veloce, essenziale e senza commenti, con una preferenza verso ciò di cui gli altri non parlano: gli esteri, il sociale, l’attualità e la politica più vicine al target, nessuna morbositàrispetto alla cronaca. Una sorta di bussola per orientarsi nell’overload di informazione per andare poi ad approfondire sul nostro o su altri siti.
Dall’altra “le storie”, racconti di vita vissuta e quotidiana, ripresi “dal basso”, in presa diretta, dove a raccontarsi è solo il protagonista, senza l’intervento di una voce narrante, senza filtri o censure. Sono poi le storie e la loro molteplicità di voci, attraverso le quali viene affrontato un “tema” a settimana, a fornire allo spettatore uno spaccato della realtà e dell’attualità, in un mosaico fatto di tantissime tessere (al momento oltre 600) che tutte assieme danno il quadro di una generazione e dei tempi che viviamo.
Il vostro è un canale dedicato ai giovani: che strumenti utilizzate per interpretare le nuove generazioni?
MTV è un canale generalista che si rivolge ai giovani e ai giovani-adulti, generazioni spesso diverse tra loro e comunque in costante mutamento. La vicinanza e la comprensione del nostro pubblico sono per noi fondamentali. Lo strumento principale sono le ricerche qualitative e quantitative che non si riducono mai solamente ai test sui programmi che facciamo. Mtv in Italia e a livello internazionale ha interi team e dipartimenti dedicati alla ricerca sociologica e antropologica sul suo pubblico, a livello di gruppo (Viacom) le ricerche si allargano ai bambini, alle famiglie e agli adulti.
I ragazzi usano sempre più internet rispetto alla televisione per informarsi. Pregi e difetti di questo cambiamento?
Dal punto di vista dell’utente un primo pregio in termini assoluti è la libertà infinita che internet dà rispetto alla televisione, che fornisce un’informazione centellinata e già “cotta e mangiata”. Il secondo è la contemporaneità/istantaneità, la possibilità di essere qui e ora in ogni luogo del mondo. Il rischio è quello che nel marasma dell’informazione digitale ci si possa perdere o si possa incappare in fonti non affidabili. Ma la generazione cresciuta in ambiente digitale rischia molto meno di perdersi o seguire i “venditori di fumo”. Per un media, tanto più per un media come MTV, non è pensabile differenziare tra internet e tv. Esiste il contenuto prodotto che tanto è migliore quanto più ha la capacità di essere modulato e fruito ovunque. Senza mai dimenticare che questo prodotto prima di tutto deve essere vero, autentico.
Quali prospettive ci sono per il reportage nell’era della comunicazione digitale?
Il reportage è racconto. Internet e sopprattutto i social media ci mettono quotidianamente davanti alla necessità di raccontarci, di conoscere i racconti degli altri e soprattutto di essere giudicati sulla base del racconto che facciamo e sul come lo facciamo. Per i professionisti dell’informazione questo non potrà nel tempo che migliorare la qualità e l’autenticità del nostro lavoro.