Con Rosa, Mohamed, Nela e Magatte alla scoperta dell’altra faccia delle migrazioni

“La casa sul confine dei ricordi,  la stessa sempre, come tu la sai e tu ricerchi là le tue radici se vuoi capire l’anima che hai” con questi versi il noto cantautore italiano Francesco Guccini esprimeva il suo concetto di appartenenza nel successo del 1972 “Radici”. “Radici” sono quelle che ti tengono legato per certi versi in un luogo, ma che non ti impediscono di guardarti intorno e di puntare in alto. “Radici” è anche la storia di un viaggio diventato documentario in onda su Rai3 per quattro venerdì consecutivi. L’obiettivo è stato quello di raccontare e scoprire le radici dell’immigrazione in Italia dalla Bolivia al Marocco, dalla Bosnia al Senegal.

Al Premio Ilaria Alpi, venerdì 17 giugno a Villa Mussolini, sono state presentate le quattro puntate di “Radici. L’altra faccia delle migrazioni” firmate da Davide Demichelis.

I protagonisti sono quattro ragazzi Rosa Carmina Ruiz, Mohamed El Atrabi, Nela Lucic, Magatte Dieng. Rosa si mantiene facendo le pulizie a casa di una famiglia, studia Commercio Estero all’Università di Economia di Bergamo, ha un bimbo di un anno: Tiago. A Bergamo vive la comunità più numerosa di boliviani d’Italia. Sono circa quindicimila, oltre il 10 per cento della popolazione cittadina. Rosa ha un carattere forte e discreto come gran parte dei boliviani e ha deciso di emigrare qualche anno fa un po’ per curiosità e un po’ perché aveva problemi di lavoro. E in Italia ha dovuto imparare a ricominciare da capo. In Bolivia aveva un posto di rilievo: era segretaria del Governatore della regione di Cochabamba, una delle più importanti del Paese. Rosa torna in Bolivia in compagnia della sua mamma, immigrata anche lei a Bergamo, per ritrovare la sua famiglia e la sua gente: “Radici” la segue nella sua città, Guayaramerin, nella pianura amazzonica, poi verso le Ande, a Cochabamba, dove la comunità boliviana di Bergamo appoggia un progetto in favore dei bambini portatori di handicap psichico. E ancora, al mercato dove si vendono liberamente le foglie di coca, nella scuola dove ha studiato quando era piccola, nelle falegnamerie dove si taglia il legname della foresta e in un antico villaggio di cercatori d’oro. La storia di Rosa è stato il primo appuntamento andato in onda il 10 giugno scorso. Questa sera si parlerà di Mohamed, che racconta: “Conosco più l’Italia che il Marocco e mentre abbiamo realizzato il reportage nella mia terra d’origine ho scoperto delle realtà che non conoscevo pienamente anche se si trovavano a pochi chilometri dalla mia casa”. Magatte, in Senegal, ha fatto entrare le telecamere di “Radici” e ha sottolineato che l’importanza di reportage come questo sta nel fatto che “Gli stranieri non sono tutti uguali perché ognuno ha una sua storia, un passato, la propria cultura. Quelli che vivono qui in Italia non sono tutti uguali ed è importante capire e accettare le differenze per poterle tramutare in ricchezza”.

di Floriana Lenti, anche sul sito www.perlapace.it