Lo Stato italiano ha revocato la scorta al cronista investigativo Gianni Lannes. La decisione è stata presa dal Ministero dell’Interno, su proposta del Prefetto di Foggia Antonio Nunziante. Il Prefetto ha fatto informare il giornalista dal suo Capo di Gabinetto, e solo verbalmente, almeno per il momento.
Dalla seconda metà di agosto, secondo quanto detto dal braccio destro del Prefetto, Lannes non avrà più la protezione dello Stato.
La scorta, Gianni Lannes, l’aveva ottenuta lo scorso 22 dicembre 2009, su iniziativa dello stesso Ministero degli Interni, dopo una serie di attentati che il giornalista aveva subito, e sui quali le indagini sono finite archiviate, lasciando mandanti ed e esecutori mai identificati.
Risale alla notte tra il 4 e il 5 aprile scorso l’ultimo avvertimento di stampo mafioso: dopo una settimana di telefonate anonime, l’auto usata dalla famiglia era stata ritrovata spostata in mezzo alla strada, con una vistosa perdita di benzina, un vetro spaccato e all’interno un paio di occhiali evidentemente abbandonati dai malviventi.
L’11 febbraio, sempre di quest’anno, era stata sabotata l’auto della moglie, con anche visibilmente manomesso all’interno del veicolo il seggiolino di sicurezza del figlio.
Ma la lista delle minacce è infinita: 2 luglio 2009, ignoti avevano fatto esplodere l’auto della moglie del giornalista; 21 luglio e 5 novembre 2009, ignoti avevano dato alle fiamme l’auto di Lannes; 15 maggio 2010 ignoti si erano introdotti, nottetempo, nel suo studio rubando un computer ed un hard disk portatile.
Lannes, il cui commento alla telefonata del Prefetto è stato “proprio il 19 luglio, guarda caso, mi dicono questo!”, nel corso dell’ultimo anno si è occupato di parecchi temi spinosi: traffico dei rifiuti nucleari, sanità pugliese (tema su cui in queste settimane sta scrivendo un libro), traffico di armi, mafia pugliese, e, ultimamente, era ritornato indagare sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin e sulla strage di Ustica.
L’estate Lannes la sta trascorrendo a scrivere libri scottanti: uno tra tutti, quello frutto di una poderosa inchiesta sulle navi dei veleni.
Le inchieste giornalistiche di Lannes hanno prodotto, soltanto in questa legislatura, oltre 150 Interrogazioni parlamentari (molte delle quali derivanti dalle inchieste pubblicate su ‘L’Indro’). Sempre in questa legislatura, sono state presentate oltre 13 interrogazioni da svariati parlamentari della Repubblica al Ministro degli Interni sui diversi attentati subiti da Lannes. Tutte senza risposta fino a questo momento. “Ma la risposta è arrivata oggi” ha detto Lannes, il quale, nel 2010, aveva ricevuto il Premio Internazionale all’impegno sociale 2010, XVI Memorial Rosario Livatino e Antonino Saetta (due magistrati assassinati dalla mafia).
Elisabetta Zamparutti, deputata Radicale in Commissione Ambiente della Camera, nel primo pomeriggio ha diramato una nota nella quale definisce la decisione del Ministero “un fatto grave”, affermando di considerare “la revoca della scorta un atto intimidatorio analogo a quelli commessi da parte di chi è stato infastidito dalle sue inchieste sul traffico dei rifiuti nucleari, sulla “malasanità” pugliese (tema su cui in queste settimane sta scrivendo un libro), sul traffico di armi, sulla mafia pugliese, e da ultimo dalla ripresa delle indagini sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, sulla strage di Ustica e sulle navi dei veleni”.
E proprio le indagini del giornalista sulle ecomafie dei rifiuti potrebbero essere quelle che più di altre hanno ’infastidito’.
Nella seduta del 26 gennaio 2011 della Commissione parlamentare ecomafie, tenutasi a Bari, dove la Commissione era stata per una verifica della situazione rifiuti e illeciti connessi allo smaltimento sull’area pugliese, il Prefetto Nunziante, tra il resto aveva dichiarato: “Per quanto riguarda la Marcegaglia, dopo tutte le autorizzazioni – tra cui la regione e così via – i lavori sono iniziati 6-7 mesi fa. Io ho ricevuto l’amministratore unico della marcegaglia Energy, di cui -mi perdoni- non ricordo il nome. con lui abbiamo fatto anche un piano della socurezza. I lavori stanno andando avanti, però dai primi accertamenti dei carabinieri e delle forze dell’ordine in generale, non sembra ci sia un interesse acchè i lavori non procedano. Il tutto Presidente, viene fuori da un giornalista, Gianni Lannes, che un pò fomenta queste situazioni e quindi fa presa sulle preoccupazooni intorno a questo termovalorizzatore”.
Effettivamente, dice ora Lannes “su mia sollecitazione il Comune di Cerignola ha presentato contro questo inceneritore illegale un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. Inoltre, è stato presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Foggia. Infine, migliaia di cittadini hanno pacificamente manifestato per impedire di questo impianto inutile e dannoso”.