“Un libro che il potere avrebbe fatto di tutto per non pubblicare”. Saverio Lodato descrive così al pubblico del Premio Ilaria Alpi di Riccione il nuovo libro di Maurizio Torrealta, “Il quarto livello” (Bur Rizzoli), con prefazione di Antonio Ingroia, sostituto procuratore di Palermo, già allievo di Paolo Borsellino. Un libro che in un altro paese provocherebbe dimissioni, imbarazzi e scompiglio politico.
Dopo la stagione d’oro degli anni ‘60 e ‘70, le grandi inchieste trovano sempre meno spazio sui grandi giornali. Solo il libro sembra essere ormai l’unico mezzo per veicolare temi di grande attualità. L’ultima fatica di Torrealta, caporedattore di Rainews, tenta di squarciare il velo sui retroscena più oscuri della trattativa tra Stato e mafia. Già Falcone negli anni ‘80 divideva i reati in tre categorie: estorsione, lotte tra cosche e, infine come terzo livello, delitti a salvaguardia del sistema mafioso. Quindi omicidi di politici, uomini delle istituzioni e giornalisti.
L’ipotesi dell’esistenza del quarto livello è fondata su un documento fornito da Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco di Palermo don Vito Ciancimino, al centro delle cronache giudiziarie proprio in questi mesi. Il quarto livello sarebbe quindi composto da “uomini ad alto livello istituzionale, che hanno trasgredito ai loro compiti”, afferma il giornalista di Rainews. Un elenco di tredici nominativi che rappresenterebbero l’anello di congiunzione tra Stato e Mafia. Una tesi a sostegno della natura sostanzialmente compromissoria del potere mafioso.
La mafia, infatti, non si pone come antagonista dello Stato, ma piuttosto cerca una collaborazione con esso, arrivando a compenetrarne istituzioni e settori. Anche se la mafia, oggi, ha smesso di sparare, ciò non vuol dire che sia finita, ma solo che ha spostato altrove i suoi interessi, oltrepassando i confini strettamente territoriali. Leonardo Sciascia diceva che “se lo Stato volesse davvero combattere la mafia, dovrebbe suicidarsi”. Metafora drammaticamente profetica dell’attuale mafia dei colletti bianchi.
Un libro, quello di Torrealta, che arriva dopo “La trattativa”, come logica prosecuzione. Se, infatti, quest’ultimo si occupava del cinico compromesso tra Stato e mafia, “Il quarto livello” analizza con dovizia di particolari e riferimenti documentali quel pezzo di Stato che muove guerra a se stesso.
di Mariagrazia De Luca