Utopia, è questa la parola che ricorre nella lezione inaugurale della Presidente della Camera Laura Boldrini, dal palco del Teatro Regio di Torino. E’ utopia è anche il filo conduttore di questa terza edizione della Biennale della democrazia , manifestazione presieduta da Gustavo Zagrebelsky, intervenuto dopo il Sindaco Fassino per i saluti iniziali.
“Se c’è una parola a cui la storia dell’umanità deve molto, una parola a cui devo molto anch’io, il mio impegno professionale e oggi questa carica che ho l’onore di ricoprire, bene, quella parola è proprio utopia”
Laura Boldrini, in passato era più volte intervenuta al Premio Alpi, appena insediatasi alla Camera ha voluto dare un segnale forte, di vicinanza, telefonando a Luciana Alpi e Patrizia Hrovatin, in occasione del 19esimo anniversario dell’attentato di Mogadiscio, e ha poi continuato il suo intervento ripercorrendo quelli che sono stati alcuni passaggi importanti del suo percorso sociale e politico. Sempre con una attenzione particolare per gli ultimi: “E se la mia storia mi porta oggi a presiedere la Camera dei Deputati, forse è anche il frutto delle molte silenziose e tenaci utopie a cui ho cercato di dar voce per più di vent’anni, dal diritto degli ultimi e dei perseguitati di non essere per sempre ultimi e vittime, alla fame di speranza e di vita di chi si è messo in viaggio senza sapere se mai sarebbe arrivato. Penso al viaggio di centinaia di migliaia di migranti e rifugiati a cui l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite e altre organizzazioni provano ogni giorno a restituire dignità e futuro”.
Ha poi continuato il suo intervento, più volte interrotto dagli applausi, sui temi della crisi economica, delle famiglie che non ce la fanno, delle incongruenze che animano la vita politica, dai privilegi dei singoli, agli interessi dietro le spese militari, fino al dibattito in atto sul sistema bancario e la critica alla finanza speculativa.
Si è poi soffermata sulle tragedie di questi giorni, Civitanova Marche, dove si muore per miseria: “Morire per miseria e per dignità ferita è un’ingiustizia intollerabile!”
E’ ancora una volta ha voluto mettere l’accento sui diritti, troppo spesso calpestati. A riletto quello che ha definito la bussola del suo operare, quell’articolo 3 delle Costituzione Italiana, gia definita la più bella del mondo da Benigni, che definisce l’uguaglianza incondizionata fra le persone, senza nessun tipo di distinzione. Dice così:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
La politica, la buona politica è partecipazione, ha ancora ricordato la Presidente Boldrini. Ha voluto dare anche alcune indicazioni su quelle che saranno le novità del suo mandato. Quella che ha chiamata “campagna d’ascolto” sarà l’incontro con i soggetti sociali, economici, culturali del paese e l’apertura della “casa della buona politica”a chi lavora ogni giorno alla soluzione dei problemi.
Infine un rilancio all’Europa e verso l’Europa, per ritrovare quello spirito che ha animato coloro che per primi hanno avuto l’intuizione che per superare la barbarie delle dittature e dei totalitarismi sarebbe stato necessaria una unione europea, per arrivare a quelli che saranno gli stati uniti d’Europa. Un’Europa che metta al centro della propria architettura istituzionale e civile i beni comuni, che sono valore fondativo di ogni democrazia: l’aria, l’acqua, l’ambiente, la cultura, la conoscenza
In conclusione, lasciatemelo dire: anche la democrazia, nella sua concezione più alta e compiuta, rischia di apparire un’utopia….. Pensate a Kogelo, appena un punto sulla carta geografica del Kenia, un gruppo di case appoggiato sulla linea dell’equatore. Da Kogelo partì negli anni Cinquanta un uomo. Suo figlio oggi è il presidente degli Stati Uniti d’America. Ecco, ragazzi, cos’è la nostra saggia utopia!
Alessandro Rocca