Le loro sono immagini sconvolgenti di luoghi che dovrebbero essere di cura e di riabilitazione, ma che sono veri e propri lager. Hanno raccolto le parole strazianti degli internati, che senza essere stati giudicati da nessun tribunale, sono costretti a una detenzione che può essere senza limiti. Francesco Cordio e Mario Pantoni, autori del video shock sugli ospedali psichiatrici giudiziari Ergastolo bianco, saranno ospiti giovedì 23 giugno, dalle ore 9, di Andrea Vianello e del suo programma mattutino Agorà su Rai 3.
Cordio e Pantoni si sono aggiudicati la menzione speciale alla diciassettesima edizione del Premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi. Il loro merito, si legge nella motivazione della giuria, è l’aver raccontato e mostrato “una tragedia che coinvolge oltre 1.500 persone, ‘anime morte’ dimenticate negli ingranaggi rugginosi della nostra giustizia”.
Il video è stato girato nei sei ospedali psichiatrici giudiziari italiani, da Barcellona Pozzo di Gotto nel messinese a Castiglione delle Stiviere in provincia di Mantova, al seguito della Commissione parlamentare d’inchiesta sul funzionamento del sistema sanitario nazionale, guidata dal senatore Ignazio Marino.
“Degli opg la maggior parte degli italiani non ne sa nulla – ha detto Francesco Cordio alle telecamere del Premio Ilaria Alpi –. Noi siamo entrati con dei veri e propri blitz insieme alla Commissione, filmando ciò che incontravamo, ciò che si poneva davanti ai nostri occhi. Abbiamo visto le condizioni disumane in cui vivono persone ammalate che mai potranno guarire per mancanza di personale, di medicine e per le carenze strutturali. Per noi è stato molto emozionante, molto crudo, io la sera non riuscivo a dormire”.
Il documentario, già mandato in onda coraggiosamente da Riccardo Iacona in Presadiretta, ha avuto il merito di smuovere le acque. “La politica è stata sollecitata enormemente a tal punto – conclude Cordio – che sono stati istituiti nuovi fondi e gran parte dei remissibili sta iniziando un percorso per uscire dagli opg e andare in strutture terapeutiche”.