Stop Blanqueo: alla scoperta delle infiltrazioni mafiose

Le mafie investono in settori ricchi e insospettabili, fanno rete con le realtà che muovono i fili della finanza, si insinuano nell’economia sana. Uno degli obiettivi del progetto Stop Blanqueo (Stop al riciclaggio, in spagnolo) è stato informare i cittadini comuni sui rischi di questa infiltrazione silenziosa nei territori un tempo considerati “vergini” dalla colonizzazione mafiosa, in Italia e in Europa. Le mafie prosperano in tempi di crisi, la priorità anche per le realtà locali è di dotarsi degli strumenti utili a riconoscere e combattere il fenomeno. L’inchiesta giornalistica e gli incontri pubblici per discutere dei temi emersi, sono stati gli strumenti di sensibilizzazione utilizzati da Associazione Ilaria Alpi, quale partner del progetto promosso da Provincia di Rimini, Comune di Bellaria e Igea Marina, Unioncamere Emilia Romagna e Università di Rimini, nel contesto dei finanziamenti europei Dipfec (Data Integration and Public Awareness of Financial and Economic Crime).
A un anno dall’inizio  del progetto e in vista degli incontri conclusivi a Riccione durante i giorni del Premio Ilaria Alpi, abbiamo intervistato Michela Monte, giornalista e responsabile di Stop Blanqueo per Associazione Ilaria Alpi.

Buongiorno Michela. Vuoi raccontarci come e con quale spirito è partito Stop Blanqueo?

È il terzo progetto europeo di cui mi occupo come responsabile per l’Associazione Ilaria Alpi. Abbiamo iniziato con City lab, che ha messo a fuoco il binomio immigrazioni e frontiere, il secondo è stato Est project, sull’infiltrazione delle mafie italiane in Europa, con particolare attenzione alla Romania. Si tratta di progetti che, grazie al supporto dell’Unione Europea, permettono al  giornalismo d’inchiesta di fare luce su questioni che toccano da vicino problemi di cui una parte del pubblico è ignaro e un’altra parte ne vive in pieno le conseguenze. Grazie all’Associazione si è aperta una pagina nuova per il giornalismo indipendente, quello che si prende rischi e fatica, ma che malgrado ciò esiste e si impone come strumento per spiegare in termini semplici, comprensibili a tutti le dinamiche sotterranee, opache e pericolose per l’economia legale con dei faccia a faccia e conferenze mirate.

Quali erano gli scopi che vi eravate prefissati?

Abbiamo voluto trattare il tema infiltrazione economica delle mafie con strumenti che forniscono monitoraggio ma anche allarme. L’Associazione Ilaria Alpi si occupa in Stop Blanqueo di informazione e sensibilizzazione, quindi ha scelto lo strumento del giornalismo come via principale per approfondire i fatti, cercare un contesto, trovare gli interlocutori, rappresentare una realtà e porre domande.

In questo anno, molti giornalisti hanno preso parte alle iniziative di Stop Blanqueo, come Giovanni Tizian, Lirio Abbate e Antonio Nicaso, come uomini delle istituzioni del calibro di Nicola Gratteri o Piergiorgio Morosini.

Abbiamo voluto coinvolgere degli esperti che potessero aprire un confronto con le persone comuni, che porta alla partecipazione e alla comprensione dei fenomeni. Non sono mai stati appuntamenti isolati, in cui ognuno racconta la sua storia e saluta il pubblico: ogni incontro ha la virtù di porre l’attenzione, in un momento storico particolare, su un aspetto del problema, come avvenuto per il tema dell’infiltrazione nel settore turistico.

E come ha risposto il territorio? 

Per la prima volta gli operatori hanno deciso di parlare con noi. L’allarme è venuto fuori dal prefetto tempo fa, ma pochi ne hanno voluto parlare in questi anni. Il turismo è un settore delicato per la riviera adriatica, una risorsa per tutti che viene “intaccata” dalla mafia in Emilia Romagna come nella Costa del Sol spagnola,  altro focus del progetto. Ma è un problema che si fa spesso finta di non vedere perché dà fastidio e va contro gli interessi di chi vuole gestire l’economia nella zona grigia. In passato, il tessuto economico riminese ha permesso queste infiltrazioni grazie anche alla vicinanza con San Marino e la conseguente libertà nella gestione dei liquidi. Stop Blanqueo ha fatto emergere delle voci su un tema poco trattato, che riguarda non solo hotel ma anche servizi.

È un progetto ambizioso e sono temi tutt’altro che semplici, specie se rapportati col mondo della scuola, che è stato coinvolto con degli istituti superiori della provincia di Rimini. Che soddisfazioni sono giunte dagli istituti scolastici che hanno partecipato?

È stata un’esperienza interessante come sempre, anche se gli incontri nelle scuole sono uno strumento forse abusato. Lo scopo del progetto non è creare eroi isolati, non vogliamo che i ragazzi sognino di diventare giornalisti sotto scorta, ci basta che diventino cittadini consapevoli e che si chiedano “ma è normale che un giornalista sia sotto scorta?”. Questo progetto esiste anche per riportare il senso del ruolo che ognuno ha. Abbiamo voluto far capire che i professionisti in pericolo esistono ed è anormale, che queste situazioni non coinvolgono solo il singolo ma sono problemi di tutti, sintomo di una realtà che non funziona. Nell’incontro con Tizian i ragazzi sono giunti facilmente alla conclusione che se è sotto scorta per ciò che ha scritto c’è qualcosa che non va, speriamo che facciano anche il passo successivo: evitare che lo considerino solo un problema suo.

Altrettanto ambizioso è il fronte che riguarda i professionisti. Vuoi spiegarci in che modo proseguirà il progetto di Stop Blanqueo nei giorni del Premio Alpi?

In questo appuntamento conclusivo l’analisi segue due filoni: il primo riguarda “la mafia che fa affari e investe” e l’abbiamo affrontato legandolo al turismo. Il secondo si intitola “la mafia che decide” e approfondisce il tema delle infiltrazioni nella massoneria deviata e il rischio esiste anche in quella regolare. Da una parte resta il focus su quanto accade a livello economico ma senza perdere di vista il contesto: la mafia sta nelle stanze dei bottoni dagli anni 70, da quando ha fatto il salto con l’infiltrazione nella massoneria deviata. Ne parleremo il 5 settembre, nella giornata dal titolo: “L’intreccio: la mafia, il potere, gli affari, la massoneria deviata” che racchiude il doppio approccio che abbiamo scelto per concludere un anno di lavori. Mercoledi 4 settembre un altro incontro approfondirà il filone economico, parlando di investimenti e beni confiscati. L’amministratore giudiziario nella gestione dei beni confiscati alle mafie, sarà un appuntamento per commercialisti ed avvocati, indirizzato anche ai cittadini, affinchè si attivino. Bisogna far nascere una nuova domanda nella comunità locale: “Questa è roba nostra, che ne facciamo?”.

Stop Blanqueo per Associazione Ilaria Alpi è curato da Michela Monte con la consulenza di Rita Del Prete, e la collaborazione di Sara Paci, responsabile per la progettazione europea. Il progetto ha permesso una raccolta di documenti  di interessanti approfondimenti video, materiali fondamentali per chi volesse approfondire i succitati temi, raccolti sul sito ufficiale www.stopblanqueo.net.