Colombia, 7 ex ufficiali accusati di “tortura aggravata” nei confronti di Claudia Julieta Duque, Premio Ilaria Alpi/Unicredit 2010

Abbiamo ricevuto e volentieri pubblichiamo una notizia che riguarda Claudia Julieta Duque, giornalista colombiana che ha ricevuto il Premio Ilaria Alpi_Unicredit nel 2010. 

Finalmente, dopo tanti anni, ho una buona notizia da condividere:
Sette ex ufficiali dei servizi di sicurezza della Colombia rischiano fino a 20 anni di carcere per  “tortura psicologica” aggravata e intimidazione fisica contro di me.
Il Procuratore colombiano per i diritti umani ha ordinato l’arresto (il primo marzo ma diffuso solo il 12 marzo) di un gruppo di ex dipendenti delle DAS servizi segreti dopo aver concluso che è ha sottoposto per anni me e la mia famiglia a monitoraggio illegale, sorveglianza, intercettazione di e-mail, minacce e molestie.
E’ la prima volta che il reato di “tortura psicologica” è stato considerato in Colombia ed è il culmine di tanti anni di campagna di sensibilizzazione portata avanti non solo da me ma da attivisti dei diritti umani (tra i quali la maggior parte di voi) di tutto il mondo.
Alle accuse devono rispondere l’ex vicedirettore generale del servizio, tre ex capi di intelligenza, un ex capo del controspionaggio, un ex capo operazioni e l’altro ex capo della zona di intelligenza tecnologica. Ognuno rischia tra gli 8 e i 20 anni di carcere se dichiarato colpevole.
Come denunciato in tutti questi anni, tra il 2001 e il 2008 sono stata oggetto di intimidazioni sistematiche nel tentativo di “annientamento morale”. Tuttavia, ai cinque detenuti e ai due latitanti sono addebitate le torture inflitte solo nel corso degli anni 2003 e 2004.
Come forse ricorderete, per anni sono stata sottoposta a telefonate abusive che minacciavano alla vita di mia figlia – “bruceremo viva tua figlia”,
Nel 2001 sono stata rapita e nel 2004 ho subito un tentativo di rapimento. Più tardi è stato scoperto un manuale di istruzioni pubblicate dalla DAS che definiva in dettaglio come intimidire e spaventare me e violentare mia figlia.
Attraverso la presentazione di prove il procuratore ha definito l’abuso sistematico, progettato per minare moralmente e psicologicamente “un difensore dei diritti umani e una giornalista che ha criticato il governo”.
Questa decisione, finalmente apre la possibilità di avere un pò di giustizia e di veder riconosciuta la veridicità delle accuse che ho da anni affermato, non semplici minacce ma abuso sistematico. Crimini perpetuati per mettere a tacere una giornalista e neutralizzare un difensore dei diritti umani. La decisione dà ragione a me e a tutti coloro – familiari e colleghi – che hanno sofferto a causa di questa persecuzione per la causa della verità, i diritti umani e la libera espressione. Sono grata per la lealtà di coloro che hanno vissuto tutto questo per anni con me. Si tratta di un passo avanti per una giustizia assente da anni.
Sono consapevole che senza il vostro sostegno forte, probabilmente non sarei sopravvissuta in Colombia né in esilio né negli anni successivi.
Molte grazie a tutti voi per avermi aiutato a credere nella possibilità di una giustizia anche del mio caso.
Qui di seguito troverete la dichiarazione del Nizkor Equipo dopo questa decisione (in spagnolo).
Con tutta la mia gratitudine,
Claudia J. Duque