Zoro torna a Riccione, in coppia con Ruotolo: “Lui sarà quello serio”

Diego Bianchi (foto di Riccardo Gallini)Torna anche quest’anno a Riccione per il Premio Ilaria Alpi Diego Bianchi, in arte Zoro, il blogger approdato direttamente su Rai Tre con una finestra nella trasmissione “Parla con me”. Da mercoledì 15 giugno a venerdì 17,  alle 23, l’appuntamento è con “Anno Zoro”, uno spazio di dibattito semiserio condotto insieme al blogger, autore televisivo ed esperto di nuovi media Antonio Sofi e a un ospite d’eccezione: Sandro Ruotolo.

Da Tolleranza Zoro ad Anno Zoro. Cosa ci dobbiamo aspettare quest’anno?
“La principale novità è la presenza di Sandro Ruotolo, che sarà al mio fianco ogni sera. Lui farà la parte di “quello serio” della coppia.  Anche se, come sempre, non ci saranno ruoli predefiniti e molto sarà affidato all’improvvisazione. Come ‘Tolleranza Zoro’, anche ‘Anno Zoro’ sarà prima di tutto uno spazio di dibattito con gli ospiti della giornata, che cercherò di stuzzicare o, come si dice dalle mie parti, “sfruculiare”. Spero anche grazie all’aiuto di Ruotolo. Non mancheranno poi i video girati durante la giornata e musica dal vivo”.

Questa è la seconda volta che vieni a Riccione per il premio Ilaria Alpi. Cosa ti ha spinto a ripetere l’esperienza?
“‘Tolleranza Zoro’ andò molto bene e rimasi parecchio soddisfatto. Per questo ho deciso di tornare. Spero di fare un lavoro altrettanto interessante. Di sicuro gli argomenti non mancheranno”.

Spesso per il tuo blog ti sei occupato di argomenti drammatici usando però un piglio ironico. Come ci riesci?
“A volte mi stufo di stare dietro alla politica e così parto per andare direttamente là dove succedono i fatti. Quest’anno sono stato a Lampedusa e subito dopo a Manduria. Il mio scopo è quello di cercare di raccontare la realtà da un punto di vista diverso e con uno sguardo più leggero, più ironico. Innanzitutto bisogna conquistarsi la fiducia e la stima dei protagonisti, che non devono percepire l’ironia come una mancanza di rispetto. C’è sempre il rischio di urtare qualche coscienza, e per questo occorre stare attenti e avere molto tatto. È una sfida difficile e stimolante. E se riesci a vincerla di solito il risultato supera le aspettative. Finora devo dire che i protagonisti dei miei video sono sempre rimasti soddisfatti, perché hanno avuto l’occasione di apparire come veri attori sociali in cerca di riscatto e non più come vittime o come persone sfortunate bisognose di aiuto”.

Come scegli i tuoi servizi?
“Prima di tutto in base all’attualità, essendo legato a una trasmissione come quella di Serena Dandini. A volte, non lo nego, ci vuole anche un po’ di intuito. Ad esempio, quando sono andato a Manduria tutti i riflettori erano puntati su Lampedusa e ho rischiato di fare un buco nell’acqua. Ma l’intuito non mi ha tradito. Spesso m’imbarco in vere e proprie avventure: parto senza sapere cosa porterò a casa. Alla fine è proprio questo il bello e da queste situazioni in genere nascono sempre dei servizi molto interessanti”.

Secondo te cosa manca all’informazione italiana oggi?
“La credibilità. Penso che tutti, dalla televisione alla stampa fino ad arrivare ai giornali online, debbano lavorare per conquistare maggiore affidabilità. C’è ancora troppo sensazionalismo. Spesso si dà più importanza alle copie vendute che alla realtà di ciò che si racconta”.