Non tacere! È questo lo slogan 2013 del Premio Ilaria Alpi, un imperativo che si associa a quelli “lanciati” negli anni scorsi: Ilaria perché, Il prezzo della verità, Per non dimenticare. A 19 anni dalla morte della reporter Rai, uccisa a Mogadiscio (con lei il collega, operatore, Miran Hrovatin) di cose ne sono state dette e scritte, ma ancora non si è raggiunta la verità su quello che è accaduto loro; e ancora non si è scritta la parola fine a questa tragica storia, che ha assunto negli anni i connotati di mistero italiano. Un mistero che però non è stato spazzato come polvere sotto un tappeto ma che si è fatto strada tra gli ingorghi della burocrazia, tra gli sforzi e le “fatiche” dei genitori di Ilaria, Giorgio e Luciana, e che “vive” ogni anno anche grazie al Premio Ilaria Alpi, che non serve solamente a fare quello che ispirava di più Ilaria – cercare la verità tra le pieghe di possibili immagini distorte che arrivano dai racconti ufficiali dei fatti del mondo – ma che vuole raccontare di lei, parlare di lei, cercare la verità su di lei.
Anche quest’anno a Riccione (dal 4 all’8 settembre) dodici mesi di “mondo” vengono concentrati e fatti vedere con sguardo diverso, secondo logiche altre, senza filtri, – come si leggeva in un altro imperativo lanciato dal’Associazione Ilaria Alpi in una delle scorse edizioni- La realtà senza schermo.
Dibattiti, workshop, approfondimenti e proiezioni porteranno a Riccione nomi importanti e tematiche cruciali nel panorama dell’informazione e della politica italiana.
Il programma offre numerosi spunti di riflessione. L’approfondimento sullo stato della politica italiana (6 settembre, ore 21, Palacongressi) affrontato dai giornalisti Gad Lerner e Corrado Formigli, cui si aggiungono i punti di vista di Debora Serracchiani, Carlo Freccero e Luigi Di Maio (modera Marco Damilano) non è che la ciliegina sulla torta di un programma che di problemi di rappresentanza ne affronta a iosa. Imperdibile, da questo punto di vista, sarà la visione del documentario di Jérôme Fritel (7 settembre, ore 17.30, Villa Mussolini) Goldman Sachs. La banque qui dirige le monde dedicato al più grande simbolo dell’avidità del mondo finanziario. Goldman Sachs è ormai più di una banca: è un impero invisibile, con 900 miliardi di dollari di attivi. Con un’influenza senza precedenti nelle sfere decisionali, tali da trasformare il pianeta in un casinò estendendo il suo potere finanziario e godendo dell’impunità delle leggi americane ed europee. Il documentario ci porta al cuore di un potere che non conosce limiti, spietato, in grado di minacciare le democrazie in tutto il mondo attraverso le testimonianze di ex dipendenti di Goldman Sachs, banchieri, politici, regolatori finanziari, economisti e giornalisti che, per la prima volta, svelano il potere politico e finanziario della banca che guida il mondo.
Dalla crisi politica italiana, alla crisi economica globale senza dimenticare un altro fenomeno globale che però vede l’Italia protagonista: l’immigrazione. Il ministro dell’integrazione Cécile Kyenge, intervistata da Andrea Vianello farà da illustre corollario alla presentazione della seconda edizione di una serie di trasmissione televisive Rai (Radici curate e realizzate dal giornalista Davide De Michelis. In Radici, emergono le radici, appunto, attraverso i viaggi di stranieri che vivono da tempo in Italia e che tornano a casa accompagnati dal giornalista e dalla sua telecamera che racconta, frame dopo frame, inquadratura dopo inquadratura, lo stupore causato da una terra che si sente propria ma che è diversa, la dicotomia del sentirsi a casa come “stranieri” e tutte i conflitti interiori creati da una situazione – che seppur consueta – rimane anomala: il vivere la propria vita lontani da casa. Un fenomeno questo che però non nasconde delle sorprese. La stessa ministra Kyenge intervistata da Lucia Annunziata, a pochi giorni dall’incarico ministeriale dichiarò: “Mi sono spostata con un calabrese nato a Modena. Io mi sento più calabrese di lui, passo sempre le vacanze in Calabria” . È grazie al matrimonio che è diventata cittadina italiana. Una situazione quella della cittadinanza italiana che il Ministro ha affrontato più e più volte.
Due grandi volti del giornalismo italiano, Concita De Gregorio e Milena Gabanelli verranno intervistate da Andrea Vianello negli Aperitv. Per esperienza possiamo dire che gli appuntamenti delle 19 a Villa Mussolini (6,7, settembre) altro non sono che discussioni informali a volo d’uccello sulla situazione globale del nostro paese e non solo, sino a toccare aspetti personali delle carriere dei poveri personaggi che incappano sotto le grinfie di Vianello.
Infine…
Per il quarto anno consecutivo UniCredit affianca il premio Ilaria Alpi per porre in evidenza la possibilità e l’importanza di mettere il proprio lavoro al servizio della società, per comprenderla e con l’obiettivo di migliorarla promuovendo i valori assoluti della trasparenza e di un’informazione libera e indipendente. Un premio per la libertà di stampa che quest’anno verrà dato alla giornalista e scrittrice iraniana Susan Mohammadkani Ghiasvand. Vittima di repressione per aver voluto esercitare il diritto di una stampa libera nel suo Paese, è stata detenuta a più riprese nel 2010 e nel 2011. Per non scendere a compromessi con il regime di Téhéran, ha alla fine deciso di chiedere asilo politico in Francia, dove è stata accolta dalla Maison des Journalistes, che l’ha sostenuta, ospitata ed accompagnata nel suo percorso d’esilio.
“Ci sono molto limiti che non possono essere oltrepassati nella società iraniana – spiega Susan – molti dei quali sono creati dallo Stato o dettati dalla religione o dai costumi. I giornalisti devono stare molto attenti a non oltrepassare questi limiti perché ci si imbatterebbe nella censura: molte leggi in Iran ora si basano sulla religione e sono state scritte da uomini che, in molti casi, sfortunatamente sono incuranti nei confronti delle donne”.