Il gran finale del Premio Alpi 2014: “Nasce una nuova generazione di giornalisti”

Sabato sera nel Palazzo dei Congressi di Riccione, di fronte a una platea di cinquecento persone, si è tenuta la premiazione dei vincitori del Premio Ilaria Alpi 2014. Presentatori della serata, Maria Cuffaro, giornalista e conduttrice del TG3, e Giorgio Zanchini, giornalista e conduttore radiofonico. La premiazione vera e propria è stata preceduta da un coinvolgente monologo recitato da Marco d’Amore: il giovane attore, sulla cresta dell’onda grazie alla serie TV Gomorra, ha letto un brano di Roberto Saviano tratto proprio da Gomorra e incentrato sulle ecomafie. È seguito un breve intervento di Mariangela Gritta Grainer, presidente dell’Associazione Ilaria Alpi, che ha portato il saluto di Luciana Alpi, impossibilitata a venire, e ha fatto presto un appello a chi indaga sul caso che riguarda sua figlia: “Fate presto”.

Prima a ricevere il premio  Ilaria Alpi è stata Elena Redaelli, per la sua inchiesta andata in onda con Lucignolo, Con gli occhi della Neet Generation. A consegnare il riconoscimento Renata Tosi, sindaco di Riccione. La giornalista ha raccontato la realtà di un giovane che non studia e non lavora, vivendo la sua vita alla giornata, aspettando un cambiamento che forse non avverrà mai.

È poi salito sul palco Edouard Perrin, per ricevere il premio alla miglior inchiesta televisiva internazionale, con il suo Underhand tactics: The Untaxable. Edouard ripercorre la storia fiscale delle grandi multinazionali come Amazon, vera protagonista dell’elaborato, dimostrando in quali modi questi colossi commerciali riescano a pagare delle tasse quasi inesistenti. A premiarlo, il direttore di Arte, Marco Nassivera.

Marcel Mettelsiefen, di Arte, ha vinto il premio Miran Hrovatin per la migliore fotografia con il suo Syrie, la vie obstinement, dove ha raccontato la tragicità della guerra vista non attraverso le bombe, ma tramite gli occhi dei bambini.

Il secondo premio Ilaria Alpi è stato consegnato a Francesca Nava di Piazza Pulita, La7, per il suo Occhio al farmaco. “Sta nascendo una generazione di nuovi giornalisti”, ha detto dal palco Andrea Vianello, “dei giovani che hanno una marcia in più”, riferendosi proprio al premio vinto da Francesca.

Premiati anche Valerio Cataldi, per il suo servizio esclusivo sulle docce antiscabbia al TG2 che ha fatto indignare l’opinione pubblica per il trattamento riservato ai migranti al centro di accoglienza di Lampedusa. Cataldi è salito sul palco con Ali, il giovane immigrato siriano che gli fornì i video girati di nascosto all’interno del centro, fulcro dell’inchiesta. A ricevere il riconoscimento anche Alessandro Marinelli con il suo documentario sulla vita di Pino Masciari, un imprenditore calabrese ribellatosi alla ‘ndrangheta e Antonio Condorelli con Morire di sviluppo, girato a Priolo. Sempre sul tema rifiuti, premiati anche Sandro Ruotolo e Dina Lauricella di Servizio pubblico, per Inferno atomico, un’inchiesta sulla Terra dei fuochi. Ruotolo ha dedicato il premio a Roberto Mancini, poliziotto in prima linea nelle indagini sulle ecomafie, morto di tumore il trenta aprile scorso.

Consegnato anche il premio Morrione a tre gruppi di giovani giornalisti, che avranno così la possibilità economica di realizzare una propria inchiesta.

Premio alla carriera a Italo Moretti che purtroppo non è potuto essere presente alla serata ma che è stato raccontato tramite la proiezione di un video della sua premiazione avvenuta i giorni scorsi a Villa Mussolini e attraverso le parole dei suoi colleghi giornalisti, perché nessuno ha avuto una carriera più brillante della sua.

Grandi applausi per Solange Lusiku Nsimire, giornalista congolese insignita del premio UniCredit per il proprio coraggio nel portare avanti le sue inchieste e nel denunciare il non rispetto dei diritti umani in Congo. “Non avevo programmato di fare questo mestiere – dichiara – mi ci sono trovata. Nonostante i giornalisti nel mio paese vengano continuamente uccisi io continuerò con le mie denunce, affinché il Congo possa arrivare a essere un paese veramente democratico”.

Natascia Grbic

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