Torna “La Vacanza” a Riccione e Forlimpopoli. Marina Senesi in scena per non dimenticare

La Vacanza. Il caso Alpi-Hrovatin di e con Marina Senesi arriva alla Biblioteca comunale di Riccione, 3 Aprile ore 18.00 e il 4 aprile a Forlimpopoli alle 21.

A Riccione, LA VACANZA è il quarto appuntamento dedicato al teatro per il ciclo “In-coscienza civile”, promosso dalla Biblioteca Osvaldo Berni di Riccione, dal Liceo Scientifico-Artistico “Volta-Fellini” di Riccione e dall’Associazione “Ilaria Alpi” all’interno del progetto “Io amo i beni culturali” della Regione Emilia Romagna.

Claudia Mingardi del Master in Giornalismo dell’Università Cattolica di Milano ha intervistato Marina Senesi

Marina Senesi, grazie a Ilaria è nato il mio impegno contro le mafie

Attrice, giornalista, autrice teatrale e radiofonica, Marina Senesi si è formata alla Scuola del Teatro Stabile di Genova. La sua prima scrittura è stata al Teatro Greco di Siracusa con la regia di Luigi Squarzina. Per alcuni anni ha preso parte alle principali produzioni del Teatro Franco Parenti di Milano con la regia di Andrée Shammah, affiancando, tra gli altri, Giorgio Albertazzi, Michele Placido, Franca Valeri, Moni Ovadia. Voce conosciuta al pubblico di Radio2Rai, ha avuto una lunga collaborazione con il programma Caterpillar come inviata e autrice: sue, ad esempio, le campagne surreali ma efficacissime per “M’illumino di meno” e per l’associazione Libera contro le mafie. Ha scritto e portato in scena in collaborazione con Sabrina Giannini (Report Rai3) il monologo “La Vacanza” sul caso di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Nel 2012 si dà anche al teatro/cabaret e firma per Zelig, insieme a Giancarlo Bozzo, la regia del monologo “Hai da spegnere?” . Per Europa Donna ha affrontato il tema della malattia portando in scena “Se si può raccontare”.

Essere interprete del monologo “La vacanza” sul caso Ilaria Alpi ha avuto delle conseguenze sulla sua vita o sulla sua attività professionale?

Questo testo teatrale mi vede impersonare una giornalista che ha realizzato un’inchiesta su Ilaria Alpi e non Ilaria Alpi stessa. Trattandosi di un racconto trasversale, in questo senso non c’è stata nessuna identificazione con la vittima. In ogni caso posso dire che questo lavoro ha avuto degli effetti sulla mia vita e sulla mia attività professionale. Mi riferisco alla gratificazione di aver raccontato nella maniera più chiara possibile una vicenda così complicata e questo ci ha avvicinato molto ai ragazzi. Grazie a questo spettacolo, tra l’altro, abbiamo partecipato per due anni consecutivi alla Giornata della Memoria delle Vittime di mafia, su invito diretto di Libera.

Che ricordo ha dell’episodio della sua morte?

La morte di Ilaria mi ha colpito molto come ha colpito tutta l’opinione pubblica, ma, non avendola mai conosciuta, non ho ricordi personali particolari legati a lei o al momento in cui succedeva. Ho memoria, invece, delle tante sensazioni provate durante la costruzione del monologo. Sensazioni di sorpresa e rabbia per tutte le “leggerezze” giudiziarie di cui sono venuta a conoscenza.

 

Ha avuto rapporti con la famiglia, con i genitori di Ilaria?

Ho conosciuto i genitori di Ilaria nel 2007 per far leggere loro il copione. Il premio Ilaria Alpi voleva la loro autorizzazione perché applicavamo agli eventi narrati un linguaggio un po’ informale e si temeva che i genitori lo ritenessero irrispettoso. Invece hanno capito e apprezzato a pieno l’intento ed hanno assistito alla prima di Roma al Teatro Jovinelli.

 

Quali sono i valori dell’operato e della professionalità della Alpi che lei sente anche suoi?

Mi piace pensare che un elemento di comunione con la Alpi possa essere una certa lucidità narrativa. Il mio testo teatrale, pur mettendo in fila una serie di denunce, non è mai ideologico e non spinge mai su facilonerie narrative. Nel monologo avrei potuto inserire moltissimi elementi di facile presa, ma ho deciso di non farlo perché non erano suffragati da prove certe.

Perché, a suo avviso, è ancora importante fare luce sulla vicenda di Ilaria e sostenere le attività dell’associazione e del premio? Perché è importante in Italia tenere viva la sua memoria?

Ilaria Alpi è diventata un simbolo e questo è molto importante soprattutto per le nuove generazioni. Mi sembra quindi doveroso fare luce sul caso non solo per le ovvie ragioni di giustizia nei confronti di chi ha perso la vita e per onorare la sua memoria. In questa vicenda viene messa in discussione la credibilità stessa dell’istituzione pubblica.

Claudia Mingardi

Questa intervista è stata realizzata grazie agli studenti della Scuola di giornalismo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano