La Somalia, i traffici e Forza Italia. Sull’Espresso una inchiesta che racconta la nascita del partito.

da: http://www.gruppoantimafiapiolatorre.it/sito/

Sono passati ormai vent’anni dall’intervento umanitario in Somalia. Nel 2014, venti saranno gli anni da quando Ilaria Alpi e Milan Hrovatin persero la vita nel fare il loro mestiere: raccontare storie di ordinaria criminalità nel golfo di Aden, svelandone i retroscena più inquietanti. Ad oggi, ancora, non ci sono che mezze verità e inquietanti coperture su quanto accadde il 20 marzo 1994, giorno dell’assassinio della giornalista e del cineoperatore italiano.

Il Premio Ilaria Alpi da anni cerca di richiamare l’attenzione pubblica su questo ennesimo caso di giustizia mancata. Una giustizia clamorosamente mancata, perchè troppi e troppo oscure sono le vicende a questo doppio omicidio.

Paul Moreira, un giornalista portoghese, ha tentato di ripercorrere la strada di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin in uno splendido documentario in cui ricostruisce la vicenda dello smaltimento di rifiuti tossici durante il conflitto.
Tra i nomi che spesso spuntano fuori c’è quello di Roberto Ruppen che, secondo fonti documentate analizzate da Greenpeace, era stato incaricato dal governatore della banca centrale somala di sbloccare i fondi della cooperazione umanitaria italiana.

Un lavoro non disinteressato quello di Ruppen che, assieme ad altri imprenditori era stato coinvolto nelle inchieste relative al progetto Urano, un piano, secondo l’inchiesta condotta dalla procura di Lecce, finalizzato all’illecito smaltimento in alcune aree del Sahara di rifiuti industriali tossico-nocivi e radioattivi provenienti da Paesi europei.

Chi è questo Ruppen? L’Espresso ne ha parlato recentemente, riprendendo peraltro documenti non del tutto nuovi (vedi “1994” di Grimaldi e Scalettari): trattasi di un amico di Marcello Dell’Utri (condannato in via non definitiva per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa) nonchè membro di Publitalia e, secondo quanto da lui sostenuto, attivo nel costituendo progetto di Forza Italia. Era il 1993.

Così scrive Palladino sull’Espresso:

“Il governo provvisorio somalo qualche mese prima aveva concesso a Ruppen e al suo socio Ferdinando Dall’O una delega per occuparsi di un tema delicatissimo, il recupero dei fondi della cooperazione italiana per la Somalia, bloccati con la guerra. Nello stesso tempo – con un documento datato 10 aprile 1992 – li aveva autorizzati a sbarcare rifiuti ferrosi – “armamenti distrutti e altro” – in territorio somalo, al prezzo di 38 dollari la tonnellata, per una quantità di due milioni di tonnellate. Un affare gigantesco.

Roberto Ruppen è morto sette anni fa, dopo essere sparito subito dopo le elezioni del marzo del 1994. Insieme a lui era sparito il suo socio, Ferdinando Dall’O; riapparirà solo nel 2006, rintracciato dalla ex moglie. Da qualche anno si occupa di imprese nell’area dei Balcani, a capo della Reale 2011 con uffici a Tirana. Presso il suo indirizzo italiano ha sede la direzione di una fabbrica di giocattoli che si intreccia, curiosamente, con affari di ben altro tipo: infrastrutture e consulenze per i paesi africani.”

A vent’anni dall’intervento somalo abbiamo lasciato uno Stato fallito, in cui i pirati, prima di essere terroristi, erano impiegati in ben altri lavori,tipo quello di pescatori. Un mestiere, in alcune zone delle coste della Somalia, non praticabile proprio a causa del rilascio di materiale radioattivo in mare. In cui i signori della guerra dominano ancora quasi incontrastati e dove Mogadisco non è ancora una capitale in cui è possibile viaggiare in condizioni di minima sicurezza.

In compenso i nostri rifiuti abbiamo potuti scaricarli con facilità. Quelli radioattivi in mare aperto; quelli “umani” in un mare di giustizia negata. 

E intanto, nel 1994, nasceva Forza Italia.

Davide Vittori