“Il talento di Ilaria ci permette di dire ‘io devo cercare di seguire questa traccia’. Devo seguire non solo il suo impegno, non solo il suo coraggio, ma la sua bravura nel fare le cose”. A Riccione per ritirare il premio speciale Ilaria Alpi, Roberto Saviano non potrà esserci. Non è facile organizzarsi e muoversi quando la tua vita è blindata. Ma Saviano ha voluto lanciare un messaggio in nome della verità, e anche della speranza per un paese migliore, concedendo al Premio Ilaria Alpi una lunga video-intervista che sarà proiettata sabato 18 giugno (ore 16.30) a Villa Mussolini in occasione dell’ultima giornata della manifestazione dedicata all’inviata Rai uccisa in Somalia nel 1994 insieme a Miran Hrovatin. “Ricevere questo premio ha un significato particolare perché è legato alla memoria di Ilaria Alpi – dice Saviano alle telecamere di Francesco Cavalli e Alessandro Rocca -. Il significato particolare che sento è legato non soltanto alla fine tragica di Ilaria che ha pagato con la vita la ricerca e la passione per la verità, ma anche perché credo che la vita di Ilaria conti più della morte. Del suo caso mi piace ricordare che a far paura a molti poteri è stato il suo talento di ricercatrice, indagatrice, comunicatrice e spesso questo viene messo in ombra”. Documentarsi, verificare, raccontare, senza paura e con convinzione dei propri mezzi: questo per Saviano deve essere il modo di fare giornalismo, perché, dice, solo “il talento può scardinare certi meccanismi di potere, può mettere paura al potere. Il talento, quello di Ilaria ma anche quello di Falcone che è stato un genio del diritto, è il vero lascito che abbiamo”. “Il ricordo di Ilaria è un ricordo di speranza e di fiducia, non di malinconia soltanto per la morte di una giovane giornalista – aggiunge Saviano -. È il lascito di chi ci dice che si può fare, che non bisogna stare lì a lamentarsi, a dire che vanno avanti i peggiori e che se non sei raccomandato non fai carriera. Sono tutte cose che sappiamo, che sono vere e per cui è giusto indignarsi. Ma c’è qualcuno che non solo è riuscito ad andare avanti, ma con gli strumenti che aveva ha messo paura a poteri enormi che gestivano tonnellate di denaro, che potevano condizionare la nostra vita in ogni momento”. Ed è sempre e solo il talento, secondo Saviano, a poter fare luce sui tanti ‘misteri’ della storia di Italia. Quando uno Stato preferisce, pur potendo, non abbattere quel muro di gomma dietro cui si possono nascondere amici politici e imprenditori corrotti, serve allora il talento di giornalisti coraggiosi. “Per lo Stato le verità possono essere scomode. Tirando il filo della verità della vicenda Ilaria Alpi chissà dove si può arrivare: traffici di rifiuti tossici, complicità tra imprenditori e organizzazioni criminali, amici degli amici degli amici… E allora meglio lasciar passare, meglio evitare, si creerebbe un tale marasma che il vantaggio delle verità scoperte non sarebbe monetizzabile. L’unica speranza per il nostro paese – conclude Roberto Saviano – è allora contare sulla nostra bravura. L’Italia è piena di talenti, bisogna ripartire da lì”.