11 luglio 2010 – 11 luglio 2013. Tre anni senza Giorgio, il papà di Ilaria.
Ci manca. Non riusciamo a pensare che non ci sia più. Quando ricordiamo questi lunghissimi e dolorosi anni di ricerca per la verità e la giustizia parliamo sempre di Luciana e Giorgio: continuano a essere presenti insieme, indissolubili come lo sono sempre stati. La tenacia, la forza di Luciana e Giorgio hanno trovato e trovano alimento nell’amore.
Amore per Ilaria, assassinata “nel più crudele dei giorni”, insieme a Miran Hrovatin, quel 20 marzo1994 a Mogadiscio: un’esecuzione preordinata e ben organizzata perché lei tacesse per sempre e non potesse raccontare ….
Amore di Luciana per Giorgio e di Giorgio per Luciana.
Amore per la verità e la giustizia: si è visto e sentito sempre nella loro lunga lotta contro “il muro di gomma” dei poteri che hanno ostacolato la ricerca, occultato, depistato, costruito false piste, false prove….
Dopo quasi 20 anni da quella tragica esecuzione, dobbiamo riconoscere con tristezza profonda che hanno vinto “loro” fino ad ora, “loro” che non amano né la verità né la giustizia.
Sappiamo quasi tutto su quel che è successo, il perché, forse anche da chi era composto il commando ma ancora non sappiamo chi ha ordinato l’esecuzione e chi ha coperto esecutori e mandanti.
Sappiamo però che Ilaria aveva rintracciato, nel suo lavoro d’inchiesta, un gigantesco traffico internazionale di rifiuti tossici e di armi che aveva nella Somalia un crocevia importante per traffici illeciti di ogni tipo, affari sporchi che possono realizzarsi solo attraverso organizzazioni criminali come la mafia la camorra e l’ndrangheta insieme a coperture, a silenzi e complicità nelle strutture di potere pubbliche e private, un ruolo “oscuro” di uomini e parti dei servizi segreti.
L’inchiesta è ancora formalmente aperta.
Il processo che vedeva imputato per il reato di calunnia Ahmed Ali Rage detto Jelle (testimone d’accusa chiave nei confronti di Hashi Omar Hassan in carcere da oltre dieci anni dopo la condanna definitiva a 26 anni) si è chiuso con una assoluzione in contumacia avendo di fatto accertato che la testimonianza potrebbe essere falsa mentre un cittadino somalo è in carcere forse innocente e di certo due cittadini italiani, Ilaria e Miran, sono stati assassinati quasi vent’anni fa e ancora non hanno avuto giustizia.
Roberto Morrione, un uomo un giornalista di talento un amico che ci ha lasciato il 20 maggio di due anni fa ma che anche lui sentiamo sempre con noi ha scritto il giorno della morte di Giorgio Alpi:
“Se n’è andato con discrezione, dopo una lunga malattia affrontata con coraggio e in silenzio, portando con sé l’amore di Luciana e l’ultimo sorriso di Ilaria.
Non dimenticheremo Giorgio Alpi, il dolore, la dignità, l’orgoglio che ha trasfuso in 16 interminabili anni per onorare quella figlia partita un giorno per la Somalia e mai più tornata. Sedici anni affrontati da Giorgio e Luciana, sempre insieme, spalla a spalla, per avere piena luce su quell’agguato nelle strade di Mogadiscio che spense la vita di Ilaria e di Miran Hrovatin, uccisi mentre si apprestavano a diffondere dal TG 3 la verità acquisita con il loro lavoro di cronisti.”
E noi che, come Giorgio e Luciana, amiamo verità e giustizia non ci arrendiamo, anzi rilanciamo il nostro impegno fino a che “loro” perderanno.
Mariangela Gritta Grainer, Presidente associazione ilaria alpi
10 luglio 2013