Se c’è un dato di fatto inequivocabile emerso dalle operazioni “antimafia” che hanno caratterizzato la riviera romagnola, è che la Provincia di Rimini è divenuta terreno fertile per gli investimenti della criminalità organizzata. E in una zona a eminente vocazione turistica il settore ricettivo è lo sbocco naturale per questi investimenti. Da questo primo punto fermo è partita la Prefettura di Rimini, in sede di comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Come si evince in un documento della stessa Prefettura denominato “Modelli Operativi per una efficace prevenzione e contrasto alle infiltrazioni della Criminalità Organizzata”, “la vicinanza con la Repubblica di San Marino e le effettive possibilità di proventi illeciti lasciano concretamente ipotizzare che le organizzazioni criminali siano indotte a privilegiare il reimpiego di beni o altre utilità provenienti da altre attività illecite nel locale contesto economico ed imprenditoriale”.
Le attività di prevenzione
La fase amministrativa di monitoraggio dei cambi di gestione e la fase investigativa all’interno del Gruppo Provinciale interforze ha portato alla luce diverse situazioni anomale. Una di queste, su cui la Guardia di Finanza aveva già da tempo concentrato la propria attenzione, riguarda il caso degli hotel sequestrati alla famiglia Lanna. Il Prefetto di Rimini, il dott. Claudio Palomba, ritiene che questo modus operandi possa essere replicato anche in altri contesti “per questo lo abbiamo trasmesso al Ministero perché diventi una pratica utilizzabile altrove. È il cosiddetto concetto di prevenzione della prevenzione”. E mentre le associazioni di categoria sembrano finalmente dar prova di un rinnovato interesse nella materia, secondo il Prefetto gli enti locali “sembrano dimostrare un buon livello di attenzione” su queste problematiche.
Il prossimo futuro
Questo non significa che si possa dormire sonni tranquilli in Riviera. Tutt’altro. Il percorso di collaborazione è ancora agli inizi e soprattutto il settore alberghiero è solo uno tra le tante fonti di reddito che la criminalità organizzata sceglie per i propri investimenti: si pensi a tutto il settore del divertimento notturno, ad esempio. Le recenti inchieste hanno mostrato come i night club fossero oggetto di attenzione da parte di diversi soggetti accusati di essere vicini a clan camorristici, mentre altri personaggi non legati ad alcuna organizzazione operavano impunemente nel settore con metodi tutt’altro che leciti (estorsioni, minacce, evasione). O anche quello della ristorazione: in questo caso la provincia di Rimini ha già un ristorante confiscato sito a Bellaria e proprio in questo ambito è stato promosso un questionario (su cui pubblicheremo un approfondimento domani) da Provincia di Rimini, Confcommercio e Confesercenti per capire quanto il fenomeno dell’usura e delle infiltrazioni è percepito da chi opera in prima linea.
All’interno del Premio Ilaria Alpi, nell’ambito delle iniziative legate a Stop Blanqueo, si parlerà di infiltrazioni mafiose in Provincia di Rimini e in particolare nel settore alberghiero Venerdì 5 Settembre a partire dalle ore 9:30, al Palazzo del Turismo. Tra gli ospiti il colonnello della Guardia di Finanza, Mario Vencislai, il GIP di Rimini Stefania Di Rienzo, il sindaco di Riccone Renata Tosi e quello di Rimini, Andrea Gnassi.
Davide Vittori