Doppietta Domenico Iannacone, il giornalista vince il Premio della Critica e il premio Coop Ambiente col video La Terra dei Fuochi

Domenico Iannacone, 51 anni, in questa diciannovesima edizione si aggiudica ben due Premi Ilaria Alpi: il Premio alla critica, per la carriera, e il premio Coop Ambiente, ottenuto grazie al lavoro La terra dei fuochi. In questo reportage, Iannacone ha esplorato la zona di Caivano, paese a nord di Napoli avvelenato dai rifiuti, dove le persone muoiono di cancro con una frequenza sempre più preoccupante. Iannacone è già stato vincitore di 3 premi Ilaria Alpi, e per 4 volte finalista.

 

Che obiettivo si proponeva di raggiungere con il programma I dieci comandamenti?

“Volevo sperimentarmi in un nuovo genere, quella che io chiamo ‘inchiesta morale’. I fatti sono importanti, è vero, ma a volte non bastano: c’era bisogno di riscoprire l’identità morale della nostra nazione. Ho deciso così di declinare i dieci comandamenti in chiave moderna, contestualizzandoli nella società di oggi e capendo quali nuovi significati possono assumere. In tutto abbiamo accumulato 500 ore di girato in 7 mesi, da cui sono state tratte poi dieci puntate da circa 70 minuti l’una: sono molto soddisfatto del risultato”.

 

La puntata La terra dei fuochi si riferiva al comandamento Non commettere atti impuri. Perché?

“Quali atti impuri possono aver portato al disastro ambientale che si sta verificando oggi nelle campagne intorno a Napoli? Era questo quello che volevo capire. Così, ho accompagnato don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, nella sua attività di tutti i giorni: ormai il suo ruolo non è più solo quello di prete, ma è anche quello di motivatore, che risveglia il senso di indignazione dei suoi concittadini e la loro richiesta di giustizia”.

 

Con quale spirito affronta anche quest’anno la candidatura al premio Alpi?

“Questo premio è un punto di riferimento per chi fa giornalismo televisivo di inchiesta. Ormai mi sento a casa e ogni volta che ritorno qui trovo una passione nuova nel mio lavoro. Il premio è una grande occasione di incontro: i giornalisti più esperti si ritrovano con quelli più giovani, scoprendo sinergie nuove. Nel nostro mestiere, il confronto è fondamentale”.

 

Finiti I dieci comandamenti, che progetti ha per l’anno prossimo?

“Ci sarà un nuovo programma, Le vite degli altri. Le dinamiche saranno le stesse: vorremmo mettere in luce storie nascoste, esistenze inesplorate che però meritano di essere raccontate. Ci sono moltissime vite che meriterebbero l’attenzione dei media e invece non trovano voce: saremo noi a diventare il loro megafono”.

 

 

 

(Alice Facchini)

(Intervista video: Simona Cesarini)