Premio Ilaria Alpi 2014: le dichiarazioni dei vincitori

Abbiamo raccolto le testimonianze a caldo di alcuni degli autori che hanno vinto premi e ricevuto menzioni al Premio Ilaria Alpi 2014. Questa sera, la premiazione ufficiale alle 21.00 presso il Palazzo dei Congressi di Riccione.

Edouard Perrin “Underhand tactics: The Untaxable”, TVE, Spieghel TV, France 2, 56′
Premio miglior inchiesta televisiva internazionale
“I am very honoured to receive the Ilaria Alpi award for best international investigation. Through that documentary, I tried to shed light on tax practices by multinationals that were both complex and shrouded in secrecy. Yet, the stakes for the general public are high, especially at times when public money is very scarce. The fact the jury chose to underline this issue is relevant, and  important”. (“Sono molto onorato di aver ricevuto il Premio Ilaria Alpi per la migliore inchiesta internazionale. Attraverso quel documentario, ho provato a porre l’accento sulle pratiche fiscali delle multinazionali che erano sia complesse che avvolte nel mistero. Inoltre, l’interesse del pubblico è alto, considerando questi tempi in cui i fondi pubblici sono scarsi. Il fatto che la giuria abbia scelto di premiare questo tema è di grande importanza“).

Alessandro Marinelli “Pino Masciari, storia di un imprenditore calabrese” 50′
Premio Ilaria Alpi Doc Rai (per reportage e inchieste giornalistiche inedite)
“È stato un lavoro molto impegnativo, durato quattro anni e auto-prodotto. Vincere il Premio è una soddisfazione importante e come dice il protagonista Pino Masciari “Ogni persona che viene a conoscenza della mia storia mi allunga la vita di un giorno”. L’ho fatto per diffonderlo in modo capillare, era un dovere morale e civile diffondere la sua storia che rappresenta una battaglia e un punto a favore dello stato di diritto. Questo premio è un traguardo importantissimo”.

Francesca Nava immagini di Fabio Colazzo “Occhio al farmaco” Piazza Pulita, La7, 18’18”
Premio migliore inchiesta televisiva italiana sopra i 15′
“Sono sorpresa e onorata dal momento che il tema della politica sanitaria non è molto affrontato ed è riduttivo chiamarla “malasanità”. Ho indagato i retroscena degli accordi a livello di politica sanitaria e si sa che tutto quello che riguarda la sanità ricade inevitabilmente sul denaro pubblico e sulle nostre vite. Mi fa molto piacere ricevere questo premio perché sono temi che ho sempre avuto a cuore. Una nota di merito va, inoltre, a Corrado Formigli e al suo programma.

Elena Redaelli, immagini di Paolo Cassina “Con gli occhi della neet generation” Lucignolo 2.0, Mediaset, 10′
Premio migliore inchiesta televisiva italiana sotto i 15′
“La mia inchiesta rappresenta una categoria di 4 milioni di giovani italiani che non lavora, non studia e non svolge attività di formazione. Giovani che hanno perso la speranza, una non-generazione nascosta, che dipende dalla famiglia, un fenomeno acuito con la crisi ma precedente e internazionale. Spero che grazie al servizio e al premio se ne possa parlare e si possa trovare un modo per coinvolgere nella società questi giovani”.

Dina Lauricella, Sandro Ruotolo “Inferno atomico” Servizio Pubblico Più, LA7, 28′
Premio della critica COOP ambiente
“Questo riconoscimento rappresenta per noi un onore immenso data la storia del Premio e, a maggior ragione, per il tema trattato. Si continuano a registrare morti nel napoletano e nel casertano: la Terra dei fuochi. Episodi che ancora accadono nonostante i dati dicano il contrario; l’emergenza non è finita e non è stato ancora fatto molto al riguardo. Le eco-balle, ad esempio, sono ancora monumenti a cielo aperto. C’è ancora tantissimo da fare e un evento come il Premio IA permette di dare maggiore risonanza a questo tema di grandissima attualità”.

Valerio Cataldi “Docce anti-scabbia”
Menzione speciale per il servizio TG
“Il mio servizio sulle docce anti-scabbia e, più in generale, sull’accoglienza degli immigrati sulle coste italiane, ha messo in moto un meccanismo importante a livello internazionale: ad un certo punto è parso come un’occasione per cambiare le cose, inducendo ad una mobilitazione europea. È una grande soddisfazione questa menzione perché si ha così modo di parlare di più dell’accoglienza degli immigrati in Italia. Infatti, non è drammatico il solo fatto che si continui a morire nei mari, ma anche il modo in cui chi arriva viene accolto: un dramma di cui si parla poco. La situazione è ancora difficile. Spero che il Premio aiuti ad aprire gli occhi sulla seconda fase del viaggio degli immigrati, in modo che non solo loro, ma anche noi torniamo ad avere maggiore dignità”.

 

Mirco Paganelli e Flavia Giampetruzzi