Il Sisde: “Alpi e Hrovatin avevano scoperto un traffico d’armi”

Per ora si tratta solo di una piccola parte dei documenti della Commissione Alpi-Hrovatin. Ma dai primi fascicoli desecretati emergono elementi che avrebbero meritato di essere approfonditi subito dalle autorità italiane. I rapporti del Sisde, il servizio segreto interno, riportavano fin dal maggio ’94- pochi mesi dopo l’agguato di Mogadiscio – l’ipotesi che Ilaria e Miran avessero scoperto un traffico di armi.

Sisde

Ipotesi proveniente da fonti giudicate in passato attendibili dal servizio: “Secondo notizie provenienti dalla Somalia la nave della cooperativa italo-somala ‘Somalfish’ sequestrata, a suo tempo, a Bosaso – riportava il Sisde –  avrebbe in precedenza trasportato armi di contrabbando per la fazione Ssdf (Somali salvation democratic front) di quella città. Quanto sopra sarebbe emerso nel corso dell’ultimo servizio effettuato dalla giornalista italiana Ilaria Alpi, in quella zona prima di venire uccisa molto probabilmente perché qualcuno avrebbe avvertito i capi dei contrabbandieri”. La nota faceva inoltre riferimento al “trasporto di armi di contrabbando effettuato dalla motonave ’21 ottobre’ della cooperativa italo-somala ‘Somalfish’ per conto della fazione somala Ssdf” e alla “cattiva gestione dei fondi investiti dal governo italiano” come punti di interesse dell’inchiesta condotta da Ilaria Alpi in Somalia.

Successivamente, una fonte confidenziale del Sisde indicava i nomi dei presunti mandanti (somali e italiani) “indicati quali “mandanti o mediatori tra mandanti ed esecutori dell’omicidio”. Nomi che però non hanno trovato riscontro nelle indagini della magistratura.

“L’impressione è che nella fase iniziale delle indagini si sarebbe potuto fare molto di più – è stato il commento dell’avvocato della famiglia Alpi, Domenico D’Amati – C’erano delle piste da seguire: il traffico di armi, ma anche di rifiuti tossici. Non so perché non si sono seguite. E’ tutto ancora da fare”. Il legale ha precisato di averne “letto una parte” e di avere “fiducia che i nuovi magistrati della procura che se ne occupano diano il massimo impulso alle indagini”.

Mariangela Gritta Grainer, presidente dell’associazione Ilaria Alpi, ha precisato di attendere anche il resto dei fascicoli in via di declassificazione: “Guardiamo con attenzione ai primi documenti desecretati – ha precisato Gritta Grainer – Siamo per ora impegnati a studiare e soprattutto verificare e confrontare i documenti con gli elementi già in nostro possesso. Come abbiamo più volte dichiarato  sappiamo quello che successe quel 20 marzo 1994. Mariangela Gritta GrainerSappiamo che Ilaria aveva raccolto materiale importante e anche le prove di un traffico d’armi e di rifiuti tossici individuando responsabilità: per questo è stata uccisa insieme a Miran, prima che potesse raccontare “cose grosse” come aveva annunciato alla Rai poco prima dell’agguato mortale. Sappiamo quel che è successo prima e anche dopo. Sappiamo il perché, forse anche da chi era composto il commando assassino. Non sappiamo con certezza chi ha ordinato l’esecuzione e chi ha coperto esecutori e mandanti. Ci attendiamo e siamo impegnati a che, da questo materiale e dai documenti che saranno desecretati nelle prossime settimane, emergano i nomi dei responsabili della duplice esecuzione (esecutori e mandanti) ma anche quelli di chi ha depistato, occultato e mentito in questi anni per coprire i traffici di rifiuti e armi e di chi li ha ordinati organizzati e protetti”.