Dario Fo, io e il padre di Ilaria, in fuga dai bombardamenti

dario-fo-franca-rameDario Fo conosceva bene Ilaria Alpi. Il rapporto con la famiglia della giornalista uccisa il 20 marzo 1994 in Somalia si perde nel tempo e la memoria del premio Nobel deve tornare agli anni della sua giovinezza. Ma il ricordo è sempre vivo: “Conoscevo Ilaria perché conoscevo suo padre. Da giovani, io e il papà di Ilaria eravamo amici per la pelle. Lui era poco più grande di me. C’era la guerra, e noi ci nascondevamo insieme durante i bombardamenti”.

E poi?

E poi, dopo la fine del conflitto, abbiamo continuato a frequentarci. Venivamo dal fascismo, non conoscevamo nulla al di fuori di quello che faceva passare il filtro del regime. La democrazia e la libertà non sapevamo nemmeno cosa fossero.

Ancora oggi, dopo vent’anni, non è stata accertata la verità sulla morte di Ilaria. Secondo lei, perché?

Non è un problema di tempo, è un problema politico.

Si spieghi meglio.

Impegnandosi, questo mistero si potrebbe svelare. Bisogna cercare di non minimizzare, di non nascondere un buco nero della storia. È la storia d’Italia ce lo insegna.

Cosa ci ha insegnato, invece, Ilaria Alpi?

L’importanza della ricerca della verità, non cercare solo un vantaggio per se stessi, superare quel “ma chi me lo fa fare” che spesso ci blocca. Ilaria, invece, era una ragazza coraggiosa, con un grandissimo senso della documentazione e dell’informazione.

Perché, allora, è importante tenere viva la memoria di Ilaria?

Perché è e deve essere un esempio per tutti. Era informatissima, preparata. Prima della sua morte, aveva promesso che avrebbe dato delle notizie straordinarie nel giro di pochi giorni. E così, l’hanno fatta fuori.

Francesco Berlucchi

Questa intervista è stata realizzata grazie agli studenti della Scuola di giornalismo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.