OTTOMILA DOCUMENTI SULLA SOMALIA DEI VELENI

Ottomila documenti. Una pila di carta che raggiunge diversi metri di altezza. È la quantità di dossier che il servizio di sicurezza militare – l’ex Sismi, oggi Aise – ha accumulato su fatti attinenti in qualche maniera l’esecuzione del 20 marzo 1994, che colpì Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Una mole di documentazione che è stata «esibita alla commissione parlamentare d’inchiesta presieduta dall’onorevole Taormina», come ha raccontato il generale Adriano Santini il 20 marzo del 2012, durante l’udienza per calunnia nei confronti di Ahmed Alì Rage, detto Gelle. Da quella impressionate quantità di dossier i consulenti della Camera dei deputati selezionarono 1500 documenti, riversati negli atti della commissione d’inchiesta e ancora oggi in gran parte coperti da segreto.

La strada Garoe-Bosaso (foto di Francesco Cavalli)

La strada Garoe-Bosaso (foto di Francesco Cavalli)

Non c’è solo questa eredità tra le carte di Palazzo San Macuto – sede degli archivi della Camera – dove hanno lavorato le cinque commissioni oggi interessate all’operazione di discovery chiesta da Greenpeace e avviato dalla presidente Laura Boldrini. Consultando gli indici della documentazione – che riportano il titolo dei documenti, spesso molto vaghi, e da chi sono stati prodotti – acquisita dagli anni ’90 in poi appare evidente la resistenza nel divulgare segreti, non sempre banali, sulla storia italiana recente. L’elenco degli omissis è senza fine.

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