Gianmarco Morosini: “da solo con camera e cavalletto per raccontare Matteo Messina Denaro”

Da San Marino alla Sicilia per raccontare l’erede di Bernardo Provenzano e di Totò Riina. Nella diciannovesima edizione del Premio Ilaria Alpi, Gianmarco Morosini si aggiudica il premio per la miglior inchiesta televisiva italiana delle tv locali e regionali con L’ultimo padrino. Nella terra di Matteo Messina Denaro. Andato in onda su San Marino RTV, il reportage fotografa la situazione delle zone della Sicilia dove è più forte l’influenza del boss mafioso, latitante da 20 anni. Di Messina Denaro ricostruisce gli affari, le relazioni e il ruolo avuto nella stagione delle stragi. Morosini era già stato finalista al Premio Ilaria Alpi nel 2004, quando aveva partecipato nella sezione giovani con un reportage sui senzatetto alla stazione di Rimini.

 

Come ha vissuto lo svolgimento di questo reportage?

“Per me è stata una grande sfida. Lavoro a San Marino RTV da 12 anni, ma era una delle prime volte in cui sono andato in giro da solo con telecamera e cavalletto. Dopo essere arrivato in Sicilia, ho percorso più di 1000 chilometri, viaggiando tra Trapani e Palermo, per indagare la figura di Matteo Messina Denaro”.

 

Chi ha voluto questa inchiesta?

“Il mio direttore, Carlo Romeo. Matteo Messina Denaro è una figura sfaccettata, molto interessante: è sì custode della tradizione mafiosa, ma conduce anche una vita da dandy. Lo definirei una sorta di ‘smart criminal’, un boss con un grandissimo fiuto per gli affari: non è il classico mafioso, contadino sanguinario, che popola l’immaginario. Quest’uomo sposta miliardi di euro”.

 

Quali sono i suoi progetti per il futuro?

“Mi piacerebbe continuare a fare reportage, viaggiando per l’Italia e per il mondo. L’inverno scorso sono stato in Afghanistan per un servizio sul contingente italiano stanziato nella zona ovest del Paese. Ho trascorso lì 20 giorni, ormai mi ero abituato a indossare il giubbotto antiproiettile dalla mattina alla sera. È stata un’esperienza molto forte, ma è questo che mi piace fare, giornalismo”.

 

 

 

 

(Alice Facchini)

(videointervista di Simona Cesarini)