Marco Fubini e Pablo Trincia di Le Iene vincono Premio miglior inchiesta televisiva italiana sotto 15 minuti

Marco Fubini e Pablo Trincia, Italia Uno, le Iene, sono i vincitori della sezione Miglior inchiesta televisiva italiana in questa diciannovesima edizione del premio Ilaria Alpi. Si chiama Krokodil, la droga che ti mangia, l’inchiesta che li ha portati in Russia per studiare gli effetti di questa sostanza: la nuova droga dei poveri si fabbrica facilmente in casa, mischiando codeina, benzene e altri ingredienti reperibili a basso costo. Gli effetti sono devastanti: è un veleno che divora il corpo, bruciando prima i muscoli poi i tendini e i nervi, fino a lasciare scoperte le ossa.

 

Come siete venuti a conoscenza di questa nuova droga?

Marco Fubini: “Un anno fa in rete siamo incappati in alcune fotografie che ritraevano gli effetti devastanti di questo miscuglio di sostanze. Abbiamo perciò deciso di informarci meglio e di capire di cosa si trattasse. Prima di partire per la Russia, abbiamo fatto un lungo lavoro di preproduzione, per rintracciare le persone da incontrare una volta sul posto. Il viaggio è durato solo 4 giorni, il tempo era poco e dovevamo andare a colpo sicuro. Alla fine, ci ha aiutato un’organizzazione che si occupa di recupero di tossicodipendenti, che ci ha dato i contatti necessari, tra i quali anche quelli dei tossicodipendenti che poi abbiamo conosciuto”.

 

Come avete vissuto l’incontro con questi tossicodipendenti?

(Pablo Trincia): “È stata un’esperienza molto forte. Abbiamo deciso di seguire passo passo tutte le fasi di preparazione della droga, osservando coloro che eseguono queste operazioni ogni giorno. Non hanno voluto che fossimo accompagnati né dall’interprete né dall’assistente sociale. Ci siamo trovati così in una casa di zombie, dove veniva preparata la krokodil: la cucina era sporchissima, c’erano siringhe ovunque e vetri rotti, bisognava stare attenti a non tagliarsi”.

 

Per fare questo lavoro, bisogna mettere in conto una discreta dose di pericolo…

(Marco Fubini): “È chiaro che in quel momento ci si rende conto dei rischi, ma le barriere e le protezioni cadono quando sei molto concentrato sul tuo lavoro. Il pericolo è necessario, se no non porti a casa niente di interessante”.

(Pablo Trincia): “Mentre ti trovi lì, l’adrenalina è talmente alta che non ti accorgi di nulla. Quando poi torni in una situazione di calma hai più tempo per riflettere, e allora realizzi e consapevolizzi quello che hai appena vissuto, provando tutte le emozioni che prima erano rimaste da parte.

 

Come scegliete le vostre inchieste?

(Marco Fubini): “Teniamo sempre gli occhi aperti. Leggiamo i giornali, frequentiamo i blog, spulciamo le notizie più strane sul web. Spesso prevalgono i nostri interessi personali: Le Iene è un programma molto vario, e fortunatamente ognuno ha libertà nella scelta del tema. Un ruolo importante è anche quello del pubblico: attraverso le mail, ci vengono segnalati soprusi e ingiustizie. Sta a noi poi verificare le notizie e dare voce a quelle più interessanti.

 

Cosa significa per voi essere vincitori del premio Ilaria Alpi?

(Pablo Trincia): “Siamo molto orgogliosi di essere qui. Il premio è molto prestigioso, negli anni sono passati su questo palco giornalisti molto importanti. È inoltre un’occasione per conoscere altri colleghi: viviamo un’esistenza divisa tra casa e ufficio, finalmente abbiamo la possibilità di uscire e guardarci intorno”.

 

 

 

(Alice Facchini)

(videointervista di Simona Cesarini)