2013: il Premio Ilari Alpi piace anche alle web tv

Due web tv hanno scelto quest’anno di coprire interamente la diciannovesima edizione del Premio Ilaria Alpi facendo rimbalzare i loro racconti sulla rete: Fanpage e All-tv. Si tratta di due strutture molto diverse per natura e punto di arrivo. La prima è una delle piattaforma generaliste italiane di allnews più cliccate, dopo i più consolidati Corriere.it e Repubblica.it; la seconda è ancora nell’incubatrice e si ma già si definisce “la tv degli immigrati”.

Fanpage è basata a Napoli ed è nata un paio d’anni fa da una società di web marketing locale che ora ne è l’editore. In poco tempo si è sviluppata con i suoi reporter su tutto il territorio nazionale. In redazione sono presenti 45 persone, ma fra tecnico, commerciale e social arrivano ad 80 unità. “Quando raggiungi in poco tempo queste dimensioni e ti trovi a competere sulla rete con le principali e storiche testate giornalistiche vieni visto come un animale strano”, confessa Francesco Piccinini, il giovane direttore. “Siamo nati quando i giornali non erano ancora molto presente sui social, volevamo completare quel vuoto, trattando temi di respiro nazionale”. Ora possono brindare al successo con 2 milioni di like sulla pagina Facebook e 1 milione di visualizzazioni al giorno sul loro sito, non molto lontano dai principali concorrenti. Come gli altri, integrano l’editoriale scritto con l’inchiesta video. Coprono le dirette di eventi importanti e puntano ad estendere la propria presenza sul territorio. Sono proprietari di una piattaforma video, Youmedia, al servizio di citizen journalist di tutto il mondo che possono caricare e condividere tramite di essa il loro materiale.

L’intenzione di All-tv, invece, è quella di fornire un servizio alla società, favorendo l’integrazione tra italiani ed immigrati. Il suo fondatore Jean Claude Mbebe, giornalista, è un rifugiato politico. È stato costretto a lasciare il Camerun dove non era più libero di esprimere le proprie posizioni, e in Italia si è accorto di quanto la strada per l’integrazione degli stranieri sia più difficoltosa rispetto ad altri paesi. “Le testate italiane non rendono un servizio alla società quando parlano delle comunità straniere, perché usano un linguaggio fuorviante, che semina l’odio”. Questa la sua forte credenza. “Gli immigrati non hanno spazio e gli italiani non li conoscono, non sanno cosa facciano o quale idea abbiano della politica. I diversi media indirizzati agli immigrati sono nella loro lingua, per cui oltre all’incomprensione fra italiani e stranieri c’è anche una mancanza di dialogo fra le diverse etnie”. L’obiettivo di All-tv è quello di essere presente a tutti gli appuntamenti culturali e che trattano di immigrazione, coprendoli con filmati ed interviste. In più vuole raccontare storie di stranieri e farli conoscere per la ricchezza che apportano al paese, “perché in Italia c’è il cliché dell’immigrato che lavora solo al semaforo a lavare vetri”, prosegue Mbebe. Nonostante l’assenza di pubblicità sono già arrivati a 1.500 viste al giorno.

(Mirco Paganelli)