Il dolore della memoria e l’odore della guerra, le due mostre fotografiche del Premio Ilaria Alpi 2012

Sono due quest’anno le mostre fotografiche allestite a Villa Mussolini durante i giorni del premio, la prima, a firma della fotografa Letizia Battaglia racconta il mondo della mafia siciliana, mentre la seconda, di Fabio Bucciarelli è una testimonianza di grande impatto della guerra di liberazione in Libia.

 

Le due mostre saranno inaugurate, alla presenza degli autori, giovedì 6 alle ore 18.30 a Villa Mussolini.

Il dolore della memoria di Letizia Battaglia, fotogiornalista palermitana tra le più apprezzate al mondo. 17 fotografie in bianco e nero raccontano i crimini mafiosi degli anni di piombo fino all’uccisione di Falcone nel 1992 e gli effetti dell’azione della mafia sulla società siciliana di quegli anni. La violenza dei crimini passati rivive attraverso la forza delle immagini di Letizia: “morti ammazzati”, sangue, dolore, disperazione.

 

Letizia Battaglia inizia la sua carriera di giornalista nel 1969 lavorando per il giornale palermitano L’Ora. Nel 1970 si trasferisce a Milano dove incomincia a fotografare collaborando con varie testate. Nel 1974 ritorna a Palermo e crea, con Franco Zecchin, l’agenzia “Informazione fotografica”, frequentata da Josef Koudelka e Ferdinando Scianna. Nel 1974 si trova a documentare l’inizio degli anni di piombo della sua città, scattando foto dei delitti di mafia per comunicare alle coscienze la misura di quelle atrocità. Suoi sono gli scatti all’hotel Zagarella che ritraevano gli esattori mafiosi Salvo insieme ad Andreotti e che furono acquisiti agli atti per il processo. Diviene una fotografa di fama internazionale.

Letizia Battaglia è stata la prima donna europea a ricevere nel 1985, ex aequo con l’americana Donna Ferrato, il Premio Eugene Smith, a New York, riconoscimento internazionale istituito per ricordare il fotografo di Life.

 

L’Odore della Guerra. La guerra vicina, la guerra lontana: 33 fotografie in bianco e nero per raccontare gli otto mesi che hanno cambiato la storia della Libia attraverso l’obiettivo di Fabio Bucciarelli, l’unico fotografo ad aver immortalato il cadavere di Muammar Gheddafi nella casa di un ribelle a Misurata. La mostra è un progetto ideato dall’Associazione geografica 46° Parallelo – che dal 2009 realizza l’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo – ed ha l’obiettivo di offrire al pubblico uno spunto inedito per riflettere sulla natura del conflitto in Libia e di tutti i conflitti in corso sul Pianeta. Le immagini in mostra, allestite all’aperto su pannelli di 100 per 150 cm, ci trascinano fin dentro i combattimenti, tra i ribelli, la sofferenza dei civili, le violazioni dei diritti umani.

 

Fabio Bucciarelli è nato a Torino nel 1980. Si laurea in Ingegneria delle Telecomunicazione presso il Politecnico di Torino. Dopo aver vinto il Master dei Talenti della Fondazione CRT si dedica completamente alla fotografia. Nel 2009 comincia a lavorare come staff per l’agenzia LaPresse/Ap per la quale copre eventi di breaking news internazionale. Nel 2010 collabora con Il Fatto Quotidiano, L’Espresso, La Stampa e le agenzie Sipa e Emblema. Nel 2011 documenta le rivoluzioni del mondo arabo e comincia a scrivere per Il Fatto. Vince diversi premi internazionali e le sue immagini vengono pubblicate dal The Times, The Telegraph, Stern, Vanity Fair, Internazionale, La Repubblica, Le Monde, La Stampa.

 

L’Associazione Culturale 46° Parallelo, nasce a Trento, da un’idea di Raffaele Crocco, giornalista rai. Lo scopo statutario dell’Associazione è quello di promuovere e diffondere una cultura della “cittadinanza” attraverso la conoscenza della geografia e l’informazione sullo stato delle guerre e dei conflitti in corso sul nostro Pianeta.