Migranti, l’odissea infinita: tema presente nei video finalisti del Premio Ilaria Alpi

I migranti, la fuga di intere popolazioni dai paesi più poveri e sfruttati verso quella che Gabiele del Grande chiama Fortress Europe, è un tema da sempre presente al Premio Ilaria Alpi. Quest’anno sono quattro i video tra i finalisti che raccontano le diverse sfaccettature del mondo migrante, dalle rotte che corrono lungo l’Africa per giungere ai porti del Mediterraneo, sino alle difficoltà delle seconde generazioni a diventare parte della comunità nella quale vivono.

La fuga dall’Africa e le rotte che portano sino agli scali del Maghreb sono il tema del video The Nigerian Connection, di Chiara Caprio, Juliana Ruhfus, Orlando von Einsiedel, trasmesso da Al Jazeera English, e in concorso nella sezione premio miglior reportage internazionale.

Ogni anno decine di migliaia di africani occidentali migrano in Europa in cerca di una vita migliore. Ma per alcuni di loro quella ricerca finirà in tragedia, vittime di gang mafiose concorrenti che speculano sulle loro speranze. Il video esplora la condizione delle donne africane, coinvolte in una rete di criminalità organizzata, nella prostituzione e nella tratta di esseri umani. Alcuni dati e numeri, in inglese, si possono trovare qui e qui.

Il video sarà trasmesso durante le giornate del premio giovedì 6 settembre dalle ore 15 alle 17, al palazzo del turismo di Riccione.

 

 

Giunti nei porti della Tunisia, delle Libia, dell’Algeria e del Marocco, per i imigranti comincia una nuova interminabile odissea: il viaggio in mare per raggiungere le coste europee, principalmente sud Italia e Spagna, come raccontato dal servizio di Emiliano Bos e Paul Nicol della radiotelevisione svizzera, Mare Deserto, in concorso nella sezione premio miglior reportage internazionale.

In particolare il video si concentro sulla situazione della Libia, in seguito all’intervento militare voluto dall’Onu. Un barcone salpa da Tripoli verso Lampedusa, ma il carburante finisce prima. Nessuno lo avvista. Com’è possibile? Il gommone resta alla deriva per 15 giorni. Dei 72 a bordo, rimarranno solo 9 superstiti. L’inchiesta ha ascoltato le testimonianze, raccolto documenti. E ha costretto la Nato ad ammettere di aver ricevuto una chiamata d’allarme.

Il video sarà trasmesso venerdì 7 settembre dalle ore 14 alle 16,30 al palazzo del turismo di Riccione.

Il giornalista Gabriele del Grande (in concorso al premio col filmato Libia un anno dopo, realizzato insieme a Alessio Genovese, Manolo Luppichini, Nancy Porsia) ha dato vita ad un archivio online in continuo aggiornamento sull’arrivo di migranti in Italia: fortresseurope.blogspot.it

Un altro documento utile è il dossier della Caritas.

 

 

Una volta entrati in Italia, per i migranti i problemi non finiscono, anzi, se possibile aumentano: difficoltà di accettazione, lungaggini burocratiche e soprattutto sfruttamento.

Danilo Lupo, giornalista salentino già vincitore del Premio Ilaria Alpi 2011 per il Miglior reportage televisioni locali e regionali Manduria, caccia al tunisino sotto gli occhi della Questura, e quest’anno in gara nella stessa sezione, racconta La rivolta dei migranti, le minacce dei caporali, dov’è lo stato a Nardò?

E’ altissima la tensione tra i migranti di Nardò in rivolta contro i caporali che controllano la raccolta di pomodori e angurie. Minacciato di morte il leader dello sciopero, che però non si ferma: “chiediamo solo contratti puliti”. Scatta lo sciopero, esplode la rabbia, la tensione va alle stelle e i lavoratori denunciano un sistema definito “mafioso”. Sono fioccate le denunce, ma un interrogativo rimane: che fine ha fatto lo Stato?

Il video sarà trasmesso Sabato 8 settembre dalle ore 14 alle 17,30 al palazzo del turismo di Riccione.

 

 

Paradossalmente, per chi giunge in Italia dai paesi cosiddetti extracomunitari, i problemi non finiscono neanche quando sembrano finire. Per i figli di migranti nati in Italia il raggiungimento della cittadinanza è una gara ad ostacoli difficile e infida. Persone e ragazzi nati in Italia, figli di immigrati che studiano, parlano italiano quando non il dialetto, e che spesso non sono nemmeno mai stati nel paese d’origine dei loro genitori né ne parlano la lingua. Eppure non sono cittadini italiani. Sono i ragazzi di seconda generazione, oggi riuniti anche attorno ad un sito che racconta le loro storie.

Le assurdità a cui si devono sottoporre i ragazzi che vogliono ottenere la Cittadinanza italiana al compimento del 18° anno di età, l’iter burocratico lungo e complesso, che non sempre termina con esiti positivi, è il tema di 18 Ius Soli, il servizio di Fred Kuwornu per Babel tv, Sky in concorso per il miglior reportage italiano lungo. Sono 8 interviste, condotte in tutt’Italia, storie reali di ragazze e ragazzi.

Il video sarà trasmesso Sabato 8 settembre dalle ore 14 alle 17,30 al palazzo del turismo di Riccione.