“Toxic Europe” vince il premio Biocr per le inchieste sulla criminalità trasnazionale

Cecilia Anesi  e Michele Curo (foto di Silvia Cancellieri)È Toxic Europe di Cecilia Anesi, Giulio Rubino e Delphine Reuter il video vincitore della prima edizione del premio Biocr, Best international organised crime report, nato dall’Associazione Ilaria Alpi e da Flare Network in collaborazione con Novaya Gazeta per promuovere la produzione di video inchieste sulla criminalità organizzata transnazionale.

Premiato a Riccione in occasione della diciassettesima edizione del Premio Ilaria Alpi, Toxic Europe racconta il traffico dei rifiuti lungo le principali tratte europee: “L’idea è nata su Skype – racconta uno dei tre autori, Cecilia Anesi –, dove il mio collega Giulio Rubino e io siamo entrati in contatto con Delphine Reuter. Dalla nostra conoscenza della situazione dei rifiuti in Campania e dalla sua esperienza in Belgio, ci siamo poi allargati alla Romania che è diventato il fulcro dell’inchiesta”.

I tre autori hanno ricevuto il premio dalle mani di Maurizio Torrealta in seguito alla proiezione dei lavori. Tre gli altri finalisti: Human goods di Maria Luisa Mastrogiovanni, Border di Miljan Vitomerovic, Criminal air di Valentin Kalchev e Svetla Teneva.

“Questa giornata è un’emozione se si pensa a quando, un anno fa, abbiamo scommesso su questa iniziativa, – spiega Michele Curto di Flare Network –, una scommessa diventata realtà grazie all’impegno di questa coalizione. Dedico il premio a Roberto Morione che oggi non è più tra noi, ma che allora ci parlava proprio dell’importanza di fare informazione a livello internazionale”. “L’obiettivo del premio – aggiunge Curto – è quello di aiutare le nuove generazioni di giornalisti a crescere, di coniugare il locale con il globale trovando le connessioni tra i fatti e di creare una rete di persone per combattere la criminalità che vada dai giornalisti, ai magistrati, agli operatori economici”.

“La scelta di sostenere l’iniziativa – dice Walter Dondi della Fondazione Unipolis, finanziatrice dei progetti – viene dallo stretto rapporto che abbiamo con Libera e dal nostro impegno nella lotta alla mafia, come quello di cercare di estendere a tutta l’Europa la legge italiana che permette l’uso sociale dei beni confiscati alla mafia”. “La prossima sfida è quella di ritrovarci qui tra un anno con un premio cresciuto – conclude Michele Curto – e di replicare in Italia l’esperienza francese della Maison des Journalistes per dare sostegno a tanti giornalisti impegnati e coraggiosi”.

di Carlotta Garancini