Premio Ilaria Alpi, alla camerunense Agnes Taile il premio speciale UniCredit per il coraggio

Agnes Taile alla cerimonia dell’International Women’s Media FoundationLa passione per il giornalismo le è nata da piccola, soprattutto per quello radiofonico. Ama “inseguire” una storia fino in fondo e le piace lavorare “sul campo”. Anche se è più difficile e può essere rischioso, fino a mettere in pericolo la propria vita, soprattutto in un paese come il suo, il Camerun, in cui, secondo Reporter sans frontières, “la libertà di stampa è precaria”. Va alla giovane reporter camerunense Agnes Taile il premio speciale 2011 conferito, per il secondo anno consecutivo, da UniCredit Group a una giornalista che si è distinta per valore e per coraggio. La consegna del riconoscimento si terrà sabato 18 giugno a Riccione in occasione della cerimonia conclusiva della diciassettesima edizione del Premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi.

Scelta in accordo tra UniCredit Group, la direzione del Premio e l’associazione Ilaria Alpi che lo organizza, Agnes Taile è nata nel 1980 a Garoua, nel nord del Camerun. Ha iniziato a lavorare come giornalista alla Tom Broadcasting Corporation, emittente della capitale Yaoundé, quando aveva appena 17 anni. Dopo una settimana ha iniziato a leggere le notizie in diretta. A 22 anni aveva già una sua trasmissione. Niente male se si pensa che, oltre ad aver fatto parte del “Club del giornalismo” alle superiori, Taile non ha frequentato una scuola specifica perché i genitori dovevano pagare gli studi dei suoi fratelli.

“Sono sempre stata attratta dal microfono e mi interessava qualsiasi cosa avrebbe potuto portarmi vicino a un microfono – racconta di sé –. Ma ho imparato questo lavoro facendolo”. Nel 2005 Taile è passata a Sweet Fm Radio per condurre À vous la parole, un programma in cui, oltre a trattare temi “sensibili” come l’omosessualità e la corruzione del governo, criticava l’amministrazione del presidente Paul Biya, dando spazio in diretta alle denunce degli ascoltatori.

Un anno dopo, però, ha iniziato a ricevere pressanti minacce telefoniche: doveva finirla con questi servizi. Lei ha detto di no e lo ha detto chiaro e forte, dritto nel microfono della radio. Ma nel novembre del 2006 le minacce sono diventate realtà: Agnes è stata rapita da tre uomini incappucciati che sono entrati a casa sua nel mezzo della notte. “Ti avevamo detto di stare zitta – le urlavano –. Tu hai fatto la dura e questo è quello che ti meriti”. I tre l’hanno picchiata e, dopo aver tentato di strangolarla, l’hanno gettata in un burrone. Pensavano di averla uccisa, ma Agnes è sopravvissuta.

À vous la parole è stato sospeso, gli assalitori non sono stati mai trovati. Agnes è andata avanti e, nonostante i danni subiti alle corde vocali a causa dello strangolamento che le hanno impedito a lungo di parlare, non ha smesso di fare il suo lavoro con determinazione: domandare, raccontare, informare. Senza padroni. Dopo aver lavorato per Canal 2 International a Yaoundé coprendo le tre province settentrionali del Camerun (un’area svantaggiata per povertà, fame e mancanza di acqua potabile), nel febbraio del 2008 è stata una dei pochi giornalisti a raccontare il conflitto del Ciad.

Premiata nel 2009 con il “Courage in Journalism Award” dell’International Women’s Media Foundation per il valore dimostrato nel parlare di libertà di stampa, diritti umani e discriminazioni in Camerun, Agnes non sa, però, se considerarsi una giornalista coraggiosa. Sa, invece, che quello che faceva metteva in rischio non solo la sua vita, ma quella di suo figlio e di chi le sta vicino. Così si è trasferita negli Stati Uniti, dove oggi vive dopo aver chiesto – e ottenuto – asilo politico.

Attualmente Agnes sta lavorando a un progetto giornalistico rivolto alle comunità africane negli States e scrive per Le Septentrion, un giornale on line di cronaca e approfondimento su temi di attualità che interessano le regioni del nord del Camerun. Nei suoi articoli Agnes non risparmia, come ha sempre fatto, le critiche a potenti e governanti. Perché è così che lei fa il suo mestiere.

”Agnes Taile – spiega Maurizio Beretta, responsabile Group Identity and Communication UniCredit – ha messo il proprio impegno e la propria professionalità al servizio della società per comprenderla e migliorarla, in difesa dei più deboli e della libertà. Ha rischiato in prima persona per difendere la verità, continuando a battersi nonostante le minacce e le violenze subite”.

“Agnes Taile – aggiunge Renato Vichi, responsabile Media Relations Italy UniCredit – è un esempio di determinazione, coraggio e correttezza. Per questo abbiamo deciso di assegnarle un premio speciale: un tributo al suo lavoro e al suo valore di donna e di giornalista. Un premio volto a sostenere la necessità di un’informazione capace di guardare in profondità e di riflettere sugli eventi, cogliendo l’insegnamento lasciato da Ilaria Alpi e in linea con gli intenti del Premio dedicato alla giornalista italiana tragicamente scomparsa”.

Il riconoscimento voluto da UniCredit è legato al progetto Women and Leadership, lanciato dal Gruppo nel 2007 per favorire l’aumento del numero di donne in posizioni di leadership al proprio interno. Il progetto si è evoluto nel corso degli anni dando vita a UWIN (UniCredit Women’s International Network) il network delle donne di UniCredit. Non un progetto per le donne, ma un progetto delle donne, sempre più protagoniste in ruoli chiave del mondo del lavoro e della società del nostro tempo”.