“NEL NOME DI ILARIA”

Fino a fine marzo, incontri e spettacoli in tutta Italia per ricordare i due giornalisti Rai, assassinati in Somalia il 20 marzo 1994. Luciana Alpi: “L’appoggio dell’opinione pubblica mi dà la forza di continuare a combattere per la giustizia e la verità”. Mariangela Gritta Grainer, portavoce dell’associazione Ilaria Alpi: Oramai sappiamo che fu un’esecuzione, resta da capire chi furono i veri colpevoli e soprattutto i mandanti.

Diciassette anni senza Ilaria e Miran, 17 anni senza vera giustizia. In occasione dell’anniversario della morte della giornalista di Rai 3 Ilaria Alpi – assassinata in Somalia il 20 marzo 1994 insieme al cineoperatore Miran Hrovatin mentre stavano indagando su un traffico di armi e rifiuti tossici che coinvolgeva l’Italia e i “signori della guerra” -, l’associazione che porta il suo nome, e che in suo nome organizza ogni anno a giugno il più prestigioso premio nazionale di giornalismo televisivo di inchiesta, promuove in tutta Italia un calendario di iniziative commemorative. E lo fa insieme a enti, scuole e biblioteche che negli anni sono stati dedicati a Ilaria Alpi, e anche insieme a singoli cittadini, che non hanno dimenticato e sono ancora in attesa di verità.

“Mi commuove molto sapere che così tante scuole, associazioni, istituzioni e gente comune si ricordino di Ilaria e Miran a 17 anni dalla morte – dice Luciana Alpi, la madre di Ilaria -. Mi solleva e mi dà il coraggio di andare avanti, soprattutto oggi che sono rimasta sola, dopo che Giorgio, mio marito, ci ha lasciati lo scorso luglio. Sapere che così tante persone condividano le nostre sofferenze e la nostra battaglia mi dà la forza di continuare a lottare per la verità e per la giustizia”.

“Nel nome di Ilaria”, questo il titolo della rassegna, si sviluppa in una serie di appuntamenti tra informazione, inchiesta e spettacolo, che fino al 25 marzo coinvolgeranno numerose città italiane: da Rimini a Roma, da Napoli a Bologna, da Cagliari a Genova. E poi Torino, Arezzo, Lecce, Bologna, Lecco e Como.

“Ricordiamo Ilaria in primo luogo perché non abbiamo ancora verità e giustizia e poi perché Ilaria era una giovane donna, un’appassionata e brava giornalista: un esempio per chi fa informazione e per tutti. E soprattutto in tempi come questi, di esempi positivi ce n’é davvero bisogno”, dice Mariangela Gritta Grainer, portavoce dell’associazione Ilaria Alpi, già deputato e componente della Commissione bicamerale d’inchiesta sulla cooperazione italiana.

Per il delitto di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin la giustizia italiana ha condannato in via definitiva a 26 anni di carcere uno dei presunti killer, Omar Hashi Hassan. Da tempo, però, numerose testimonianze e documenti mettono in discussione la sua colpevolezza. Ali Rage Ahmed, detto “Gelle”, il principale accusatore di Hassan, in questi giorni è sotto processo per falso e calunnia. “Gelle ora sostiene di essere stato pagato per mentire – aggiunge Mariangela Gritta Grainer -. Se fosse vero, Hassan sarebbe il classico capro espiatorio, come del resto sta scritto nella sentenza di assoluzione nel processo di primo grado: la revisione del processo di condanna di Hassan sarebbe una conseguenza immediata. L’associazione Ilaria Alpi segue ora con impegno il lavoro dei magistrati ai quali chiede si faccia presto giustizia: sappiamo tutti che quella di Ilaria e Miran fu una esecuzione, un duplice omicidio organizzato. Restano da individuare i veri colpevoli, esecutori e soprattutto i mandanti”.

Importanti novità potrebbero emergere anche dalla Commissione parlamentare d’inchiesta, guidata da Gaetano Pecorella, sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. “La principale – spiega Mariangela Gritta Grainer – riguarda proprio il movente del duplice omicidio e coinvolge la figura di Giorgio Comerio, definito un noto trafficante di armi e coinvolto, secondo gli investigatori, in un piano per smaltire illecitamente rifiuti tossico-nocivi che prevedeva la messa in custodia anche di scorie nucleari in appositi contenitori e il loro ammaramento. Nella sua abitazione è stato rinvenuto un fascicolo denominato ‘Somalia’ contenente copia del certificato di morte di Ilaria e un dispaccio dell’Ansa sull’assassinio di Ilaria e Miran, insieme a corrispondenze sulle autorizzazioni richieste al governo somalo e ad altre informazioni su siti e modalità di smaltimento illegale di rifiuti radioattivi”.

Per ricordare Ilaria e chiedere giustizia, per tutto marzo sono in programma (il calendario completo su 217.182.143.90/ilariaalpi/20marzo) numerosi incontri con i giornalisti che con il loro lavoro hanno contribuito a far luce sui retroscena dell’omicidio di Ilaria e Miran, tra cui il vicecaporedattore del Tg3 Roberto Scardova (autore di “Carte false. L’assassinio di Ilaria Alpi”, pubblicato da Edizioni Ambiente), l’inviato di Famiglia Cristiana Luciano Scalettari e il freelance Luigi Grimaldi (che insieme hanno firmato il libro “1994. L’anno che ha cambiato l’Italia” edito da Chiarelettere). E poi il caporedattore di Rai News 24 Maurizio Torrealta, che insieme al presidente di Libera informazione Roberto Morrione e a Davide Imola dell’associazione Ilaria Alpi parleranno di libertà di stampa, così come Barbara Carazzolo, giornalista e autrice del libro “Ilaria Alpi, un omicidio ai crocevia dei traffici” (Baldini & Castoldi).

Matteo Scanni e Laura Silvia Battaglia tracceranno invece un parallelo tra la vicenda di Ilaria Alpi e quella della giornalista del Corriere della Sera Maria Grazia Cutuli, uccisa il 19 novembre 2001 in Afghanistan. Altrettanto faranno Marco Rizzo e Giuseppe Lo Bocchiaro, autori della graphic novel edita da Becco Giallo “Mauro Rostagno. Prove tecniche per un mondo migliore”.

Nel calendario anche incontri nelle scuole primarie per spiegare ai più piccoli il valore di un’informazione libera e spettacoli teatrali con una nuova tournée di “La vacanza”, la piéce di Marina Senesi sul caso di Ilaria e Miran, tratta dall’inchiesta televisiva di Sabrina Giannini per la trasmissione Report.