La crisi, l’informazione e l’economia al premio Ilaria Alpi 2012

Come affronta il giornalismo d’inchiesta il tema della crisi economica che affligge gran parte dei paesi industrializzati dal 2008? E in che modo la crisi colpisce il lavoro, le persone e la società? E un tema di vasta portata che non poteva mancare tra gli argomenti del premio.

 

Della Crisi allo specchio e del rapporto tra informazione ed economia si discuterà venerdì 7 settembre alle ore 21.00 al Palacongressi di Riccione [MAPPA] con Fabrizio Barca, ministro per la coesione territoriale, Bianca Berlinguer, direttrice TG 3, Claudio Borghi, economista de Il Giornale, Mimmo Calopresti, regista cinematografico e Fulvio Fammoni, presidente Fondazione Di Vittorio, modera Corrado Formigli, giornalista televisivo

 

Due i video in concorso a tema economico. Il primo è Veneto Spoon River di Alessio Lasta che partecipa al Premio miglior reportage italiano breve e che sarà proiettato al Palacongressi di Riccione sabato 8 settembre dalle ore 9.30 alle 13.00.

Il Veneto era la terra del miracolo, della rinascita artigiana, del “paron” e degli “schei”. Ora è l’ombra di se stesso: ovunque capannoni e fabbriche dismessi, dove si consuma una resistenza silenziosa che negli ultimi tre anni ha lasciato sul campo più di sessanta suicidi di piccoli imprenditori. Si muore per crediti, più che per debiti. E a non saldare il conto è spesso lo Stato. Il reportage racconta questa fetta di Paese che non crede più in se stesso e apre il ventaglio sulla più grave crisi economica dell’Italia repubblicana.

 

Il secondo video è Schiavi del Lavoro di Alessandro Sortino e Lorenzo Degiorgi e gareggia per il Premio Critica. Argomento del lavoro l’Ilva e le polemiche che accompagnano la più grande acciaieria d’Europa. Taranto, oggi, è una città divisa tra la salute e il lavoro dove la gente deve scegliere se morire di fame o morire di cancro. Undici siti produttivi ad alto rischio ambientale, ma che sfamano migliaia di famiglie. Un’acciaieria, una raffineria, un cementificio, il porto e per i giovani laureati solo un call center a 5 euro l’ora. Il 30 marzo le tute blu – che non scendevano in piazza da decenni – hanno invaso la città. Per dire NO all’ipotesi di chiusura dello stabilimento siderurgico. Dalla parte del padrone.