“Occhi scritti”, un’orazione civile in memoria di Ilaria e Miran

Ilaria Alpi in un disegno di Roberto De GrandisSono stati due i proiettili
Miran, c’erano pochi soldi per l’Africa
Miran, pochi per morire a Mogadiscio
C’era l’Africa polvere cocente
Miran, a me hanno portato via le mani le parole
A te gli occhi le immagini
Non si sono accontentati della vita, la nostra

 

Sono state recitate da Lella Costa in un emozionante spettacolo messo in scena nel 2001 e nel 2003 in occasione di due edizioni del Premio Ilaria Alpi. Ora le poesie di Pasquale d’Alessio, che insieme al racconto scritto da Francesco Cavalli costituiscono il testo della performance teatrale, diventano un libro, pubblicato da Raffaelli editore in vista della prossima edizione del premio di giornalismo televisivo, in programma a Riccione dal 15 al 18 giugno.

Si intitola “Occhi scritti” il libro del presidente dell’associazione Ilaria Alpi. È una “orazione civile” sulla morte dell’inviata del Tg3 Ilaria Alpi e del cineoperatore Miran Hrovatin uccisi a Mogadiscio il 20 marzo 1994. Ottanta pagine di versi dedicati a Giorgio Alpi, il coraggioso e battagliero papà di Ilaria scomparso lo scorso luglio, arricchite dalle tavole dell’artista Roberto De Grandis, dalla presentazione del direttore dell’Unità Concita De Gregorio e da un’appendice che ricostruisce storia, retroscena, menzogne, intrecci e depistaggi del caso Alpi, a cura della ex parlamentare e portavoce dell’Associazione Ilaria Alpi Mariangela Gritta Grainer.

Con un linguaggio lirico e intenso, D’Alessio, che ha già pubblicato altre due raccolte di poesie sempre per Raffaelli editore, getta il proprio sguardo sul duplice assassinio dei giornalisti inviati in Somalia per raccontare la guerra civile, che si erano imbattuti in un traffico internazionale di armi e rifiuti tossici. Ripercorre in versi il momento dell’agguato e le bugie per manomettere la verità. Dà voce ai pensieri di Ilaria e di chi chiede e si batte perché sia fatta giustizia.

“Perché non escono i soldati, i carabinieri? Cosa diranno domani? Come ci hanno ammazzato? Chi ci sta ammazzando? Perché”. E ancora: “Ho spalle curve tempo cuore come questo tramonto. Difficile sopportare il peso. Io cerco solo la verità. Voglio la verità. Non c’è verità nelle stanze del potere. Non c’è verità nel mio ideale?”.

“I versi di Pasquale D’Alessio, la sua orazione – scrive Concita De Gregorio nella prefazione – sono le parole più nitide e lucenti che si siano lette da diciassette anni a questa parte sulla morte di Ilaria e Miran. Sulle attese, sulle speranze e sul lavoro di questi due giovani giornalisti, sulle circostanze del loro omicidio, sul depistaggio delle indagini, sulla vergogna che rappresenta per un Paese intero il silenzio e l’assenza di verità”.

“È straordinario che il massimo dell’esattezza nel racconto lo raggiunga un componimento poetico – continua la direttrice dell’Unità –. Assai più di qualsiasi inchiesta giornalistica, saggio, documentazione giudiziaria o esposizione analitica dei fatti D’Alessio narra con ‘precisione lirica’. Con millimetrica capacità di incarnare, sentire, e mostrare lo sguardo di Ilaria e persino il suo ultimo pensiero non finito di pensare”.

Il libro “Occhi scritti” sarà presentato il prossimo 15 giugno presso la Villa Mussolini di Riccione in apertura della diciassettesima edizione del Premio Ilaria Alpi.